
Il Genio Civile della Regione Marche ha. lavorato per ampliare e ripulire l’alveo del fiume Tenna
Che i fiumi debbano essere tenuti in ordine e continuamente sistemati è pacifico e siamo tutti d’accordo. Sugli interventi che si fanno, le opinioni possono essere diverse, vale per il fiume Tenna dove è intervenuta la Regione Marche, per la soddisfazione del sindaco di Fermo Paolo Calcinaro: "In questi mesi il Genio Civile della Regione Marche, dopo aver lavorato per ampliare e ripulire l’alveo del fiume Ete Vivo nel tratto comunale si è concentrato sul letto del Tenna nel tratto tra Ruzzodromo e Ponte San Giacomo: il letto del fiume è stato ampliato alle dimensioni di una volta, più o meno all’altezza dei resti dei piloni del ponte romano. Il corso del fiume è stato ricentrato e soprattutto è stata ampliata la sezione dando più spazio ai volumi d’acqua. Di solito si parla di "vasche di espansione" per evitare esondazioni, ecco, in questo caso sono state praticamente fatte ampliando l’alveo alla sua larghezza originaria. In ogni caso era un investimento regionale che da molti anni non si registrava nel territorio comunale". Secondo il coordinamento delle associazioni ambientaliste del territorio invece si doveva portare avanti un intervento diverso: "Procedono lavori di sistemazione dell’alveo, che consistono purtroppo in grandi movimenti dei sedimenti e nel raddrizzamento del corso del Fiume. Si ripetono interventi che pensiamo siano estremamente deleteri per l’ecosistema fluviale e per la disponibilità di acqua per le popolazioni locali".
Secondo gli ambientalisti è superato il concetto secondo cui si deve considerare il fiume solo come un canale da mantenere dritto, distruggendo qualsiasi forma di vita vegetale e animale: "Impossibile non considerare l’ecosistema fluviale nel suo insieme e con nelle sue interazioni con l’ambiente circostante. Siamo di nuovo sorpresi e delusi nel vedere interventi che non applicano concetti moderni ed ormai Ineludibili in qualsiasi intervento fluviale come la rinaturalizzazione del corso d’acqua o la possibilità di divagazione, che permette al fiume di migliorare la sua capacità di autodepurazione e di alimentazione delle falde idriche, quest’ultima cosa particolarmente importante in un momento di scarsità idrica come il presente. Peraltro, questi interventi aumentano la velocità dell’acqua che non ha tempo di essere assorbita dal terreno e rischia di mettere a repentaglio i piloni dei ponti, oltre che i centri abitati a valle. E poi ci chiediamo che validità hanno questi interventi se vengono sistematicamente ripetuti nel tempo e dopo poco tutto torna come prima".
La somma urgenza secondo gli ambientalisti non può giustificare un intervento che non risolve e non porta avanti soluzioni a lungo termine: "Per quale motivo gli uffici addetti e gli amministratori si ostinano ad ignorare strumenti moderni, come il "Contratto di Fiume" o più semplici approcci più qualificanti che considerano il fiume come un ecosistema complesso, con il suo bacino, la sua falda, i versanti, la sua vegetazione, e la sua fauna, e non un canale?", concludono le associazioni.