FABIO CASTORI
Cronaca

Fermo, allarme violenza di genere. Casi in aumento: “Ma abbiamo più strumenti”

La dirigente della divisone anticrimine, Maria Raffaella Abbate: “I codici rossi e l’ammonimento funzionano, tra la donne ora c’è maggiore consapevolezza”

La dirigente della divisone anticrimine, Maria Raffaella Abbate

La dirigente della divisone anticrimine, Maria Raffaella Abbate

Fermo, 4 agosto 2024 – Nel primo semestre del 2024 sono stati 42 i casi di codici rossi, 37 gli ammonimenti, di cui 31 emessi per violenza domestica e 6 per stalking. Numeri che indicano un fenomeno, quello delle violenze di genere e tra le mura domestiche, in netto aumento.

L’analisi è stata fatta dalla dirigente della divisione anticrimine, Maria Raffaella Abbate, che ieri mattina in questura ha fatto il punto della situazione: “Abbiamo rilevato questo incremento che da un lato è preoccupante, ma che dall’altro testimonia una maggiore consapevolezza delle donne che si sentono più tutelate dalle forze di polizia e dalla legislazione”. Poi ha confrontato i dati degli omicidi: “In tutta la penisola abbiamo assistito a una diminuzione del numero dei delitti in ambito domestico. Sono 141, di cui 49 donne e 44 uccise in un contesto familiare”.

È il segnale, secondo la Abbate, che oggi gli strumenti del legislatore, in particolare i cosiddetti codici rossi, ci sono e iniziano a avere una certa efficacia: “I codici rossi sono dei procedimenti penali per reati di violenza domestica e comprendono anche lesioni, maltrattamenti, percosse e minacce verbali. Con il codice rosso, che prevede l’intervento immediato del nostro personale, scattano delle procedure penali molto più veloci. Quindi una volta che la polizia giudiziaria acquisisce la notizia del reato, la riferisce al pubblico ministero che, entro tre giorni, deve assumere informazioni dalla vittima su quanto accaduto”. Con il codice rosso si aggravano le sanzioni già previste dal codice penale. Se chi ha subìto violenza decide poi di ritirare la querela, il questore può emettere un ammonimento.

“Per attivarlo è sufficiente una semplice segnalazione – ha spiegato la Abbate - non serve sporgere denuncia. Una volta violato, il reato è procedibile d’ufficio. L’ammonimento nei confronti dell’aggressore resta a vita e viene annullato solo se chi commette il reato certifica di aver effettuato un percorso riabilitativo. Gli strumenti per far sì che le forze di polizia intervengano rapidamente ci sono – ha sottolineato la Abbate – e le donne hanno più garanzie. Ricordo che sono stati introdotti anche i reati spia. Ad esempio quando durante una lite l’uomo compie dei gesti per intimorire la vittima, come scagliare un oggetto a terra o danneggiare la tv, il questore può far scattare l’ammonimento”. Un provvedimento che sa di grande conquista e che non vale soltanto per gli uomini.