Allarme calzaturiero, crollano le esportazioni

I dati di Confindustria Moda parlano di un -40% verso le Cina, nei confronti della Russia -23,9% e -15,1% negli Usa. Nubi nere sul futuro

Allarme calzaturiero, crollano le esportazioni

Allarme calzaturiero, crollano le esportazioni

Il grido d’allarme dei calzaturieri del distretto del fermano è arrivato dritto al cuore delle istituzioni. Il sottosegretario onorevole Lucia Albano, il presidente della Regione Francesco Acquaroli e il suo vice Andrea Maria Antonini hanno partecipato ieri mattina all’incontro organizzato da Confindustria. I dati diffusi nel corso dell’incontro evidenziano in maniera eloquente la gravita del momento, ma a far ancora più paura sono le prospettive dei prossimi mesi. I dati di Confindustria Moda elaborati a favore di Assocalzaturifici evidenziano che le esportazioni di calzature Made in Fermo hanno subito, nei primi tre mesi di quest’anno, una contrazione pari a -7,7%. Le esportazioni hanno avuto un controvalore di 183,20 milioni di euro mentre nello stesso periodo dello scorso anno ammontavano a 198,53 milioni di euro. Analizzando l’andamento relativo ai Paesi di destinazione la ricerca mette in evidenza che le principali piazze internazionali delle aziende del fermano mostrano preoccupanti segni negativi. Le vendite verso la Cina si sono addirittura quasi dimezzate (-40%), nei confronti della Russia -23,9%; Usa -15,1% e la Germania che rimane comunque il cliente principale -12,2%. "Se la situazione dei primi tre mesi è preoccupante – ha detto il presidente di Confindustria Fermo Fabrizio Luciani – quella dei successivi tre mesi si preannuncia drammatica e contiamo di avere il picco della crisi in autunno e durerà per molti mesi ancora". L’economista e docente universitario Marco Cucculelli ha detto: "La natura della crisi è trasversale. È una crisi che interessa tutti i comparti moda. Interessa tutte le dimensioni d’impresa. Le prospettive indicano che si deve attendere un anno prima di iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel. Occorre puntare sulla nuova penetrazione nei mercati tradizionali come quelli degli Usa e dell’Europa". Nel confronto con le istituzioni gli imprenditori hanno avanzato le proprie richieste ed è toccato al presidente di Confindustria Fermo Fabrizio Luciani riassumerle: "Richiesta di un tavolo tecnico sia a livello nazionale che regionale in quanto la crisi si accentuerà da ottobre in avanti. Si prospetta un autunno caldo e la ripresa ci potrebbe essere nell’autunno del 2025. in questo anno terribile chiediamo la sospensione dei mutui per almeno dodici mesi; la sospensione dei pagamenti all’erario per un anno, l’attivazione degli strumenti Sace e Simest e la definizione della concessione del credito d’imposta che attualmente, grava come una spada di Damocle sulle aziende". Il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha detto: "C’è una preoccupazione che non solo condividiamo ma che sposiamo e vogliamo mettere in campo le strategie necessarie per superare l’attuale crisi".

Vittorio Bellagamba