Giornata memorabile al liceo Annibal Caro, nell’ambito delle giornate di cogestione. Nella prima parte della mattinata, gli studenti hanno assistito alla proiezione de ‘La masseria delle allodole’, un film del 2007 diretto dai fratelli Taviani, tratto dall’omonimo romanzo di Antonia Arslan, uscito nelle sale italiane il 4 maggio 2007, che narra le vicende di una famiglia armena dell’Anatolia all’epoca del genocidio armeno. La scelta non è senza motivo, ricorrendo il centesimo anniversario dell’incendio di Smirne che conclude la tragica vicenda: un capitolo della storia del Novecento ancora poco conosciuto e che pure ha avuto anche un seguito funesto. Raccontano i ragazzi: "Alla vigilia della soluzione finale, lo stesso Hitler chiedeva retoricamente: ‘chi si ricorda più del genocidio degli Armeni?’, a voler significare che il silenzio e la dimenticanza possono coprire le più orrende tragedie e favorire il loro ripetersi". A dirigere le riflessioni e rispondere alle molteplici domande, si è collegata la stessa autrice del romanzo, Antonia Arslan, la cui famiglia è stata direttamente toccata dalla tragedia. La professoressa Arslan, con la chiarezza e il brio che le sono propri, ha ripercorso in un’analisi lucidissima vicende storiche che si sono tradotte anche in opportunistiche scelte di politica internazionale per le quali è stato possibile tacere per così lungo tempo sul primo genocidio del Novecento, una tragedia che la Turchia continua in modo ferreo a negare e sulla quale, recentissimamente, si è levata anche la voce dell’attuale pontefice, dal momento che le popolazioni colpite avevano un denominatore comune: essere cristiani. "Uccidere, o anche solo gestire, la memoria è il modo migliore per impedire alla storia di essere magistra vitae. Emozionati nell’apprendere che la piccola, eroica Grecia dell’epoca, ancora una volta faro di civiltà, accolse un numero di profughi pari a un quarto della propria popolazione", concludono i ragazzi.
CronacaAl Classico in cogestione si parla del genocidio armeno