Agricoltura e nuove generazioni: "Quasi più nessuno coltiva l’orto. Sempre più piantagioni intensive"

Pasquale Ferretti, titolare dell’azienda Aso Vivai, specializzata nella produzione e vendita di piantine: "Si è passati dall’euforia della propaganda degli orti in balcone sotto epidemia a un drastico calo del 30%".

Agricoltura e nuove generazioni: "Quasi più nessuno coltiva l’orto. Sempre più piantagioni intensive"

Pasquale Ferretti della Aso Vivai

Le nuove generazioni stanno perdendo l’hobby della coltivazione dell’orto e preferiscono acquistare verdure al supermercato. E’ quanto emerge dal confronto con Pasquale Ferretti, titolare dell’azienda Aso Vivai di Altidona, specializzata nella produzione e vendita di piantine da orto (oltre che floreali) coltivate su 55mila metri quadrati di terreno di cui 35mila in serra. Due sono i settori di vendita dell’azienda: privato (di hobbistica) e professionale. L’esperienza consolidata in 40 anni di attività nel settore agricolo fanno della voce di Ferretti, l’attendibile costatazione del trend di coltivazione di verdure. Dai semi, produce piantine da mettere a dimora destinate sia a grandi aziende per produzioni intensive, che a privati che coltivano orti.

Quali sono le piantine attualmente in consegna?

"Le diverse varietà di cavolo, insalate, broccoli, verze e tutte le piantine da trapianto per la raccolta invernale"

Le alte temperature estive hanno influito sulla vendita?

"Nel settore hobbistico molto perché chi fa orto attende che rinfreschi o che piova, soprattutto chi non può irrigare. Meno nel settore professionale chiamato a rispettare i tempi del trapianto tipici di chi ha contratti di produzione".

Il caldo eccessivo crea problemi alla produzione in serra?

"Incide sulla germinabilità dei semi, causandone una perdita in percentuale. La stessa perdita c’è anche quando il caldo ostacola la messa a dimora delle piantine che restano in serra pur essendo pronte per la vendita, e qui deperiscono".

Qual è la verdura invernale più coltivata nelle Marche?

"In provincia di Fermo e nel maceratese, il radicchio. L’Abruzzo è molto simile alle Marche, mentre in Umbria cavoli e verze". Come è cambiata la richiesta delle piantine da orto, negli ultimi dieci anni?

"A livello intensivo le piantagioni sono aumentate. Il settore dell’hobbistica invece è in declino, diminuito di molto, a partire dal post covid. Si è passati infatti dall’euforia della propaganda degli orti in balcone sotto epidemia, ad un calo della coltivazione dell’orto di circa il 30%"

Che spiegazione si dà?

"Forse perché le nuove generazioni non hanno la cultura dell’orto e preferiscono dedicare il tempo libero ad altro ed acquistare verdure al supermercato contrariamente alla generazione precedente".

La domanda sull’aumento dei costi, è d’obbligo.

"E la mia risposta è semplice. Il mercato delle sementi è in mano a multinazionali che ogni anno applicano un aumento variabile dal 5 al 10% che ricade sul costo della piantina, poi sui coltivatori che ottengono margini sempre più risicati a causa di prezzi al chilo governati dalla grande distribuzione".

Paola Pieragostini