Fermo, 4 settembre 2023 – Dopo averlo minacciato con un coltello, lo aveva massacrato a calci e pugni per poi rapinarlo. L’autore della brutale azione, un 30enne rumeno domiciliato a Fermo, è finito alla sbarra ed è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per rapina e lesioni personali aggravate. I fatti risalgono al febbraio del 2017 quando un 60enne del posto, uscendo dalla propria abitazione per recarsi al supermercato, era stato avvicinato dal giovane che, puntandogli contro un coltello di grosse dimensioni, gli aveva ordinato di consegnargli tutto il denaro che aveva in tasca.
La vittima, spaventata, aveva fatto istintivamente un passo indietro e ciò aveva scatenato le ire del rapinatore che aveva iniziato a colpirlo con pugni e calci fino a farlo cadere rovinosamente a terra. Il malvivente, dopo aver prelevato dalla tasca dei pantaloni della vittima una banconota da 50 euro, si era dato alla fuga. L’uomo, dolorante, aveva fatto rientro in casa senza avvisare né polizia né parenti. Solo la mattina seguente una sua conoscente, dopo aver faticato non poco a far aprire la porta al 60enne perché questi si vergognava di farsi vedere, si era resa subito conto della gravità delle sue condizioni. Così lo aveva immediatamente accompagnato all’ospedale di Fermo, dove gli era stato diagnosticato un trauma carnico-facciale da percosse, con frattura seno mascellare. Quadro clinico confermato dall’ospedale Torrette di Ancona, dove l’uomo era stato traferito per degli approfondimenti diagnostici. Sulla scorta delle descrizioni fornite dalla vittima la polizia aveva attivato una serrata attività investigativa, al termine della quale era stato organizzato un inserto fotografico contenente numerose foto.
La vittima, visionando le immagini, dopo un attento esame, aveva riconosciuto proprio nel volto del rumeno l’autore della violenta rapina perpetrata nei suoi confronti. Il giovane era stato quindi segnalato all’autorità giudiziaria per i reati di rapina e lesioni aggravate. Era anche emerso che il malvivente, nonostante la giovane età, aveva già un lungo curriculum criminale ed era già noto negli ambienti di polizia visto che, appena un mese prima, era stato segnalato alla Procura, per il reato di furto aggravato, dopo essersi introdotto in compagnia di altri due suoi complici all’interno di una abitazione di Lido Tre Archi, dalla quale aveva asportato alcuni beni. Intorno alla metà di dicembre 2016 era invece stato tratto in arresto per il reato di evasione, in quanto all’epoca si trovava in regime di domiciliari per il reato di rapina.