REDAZIONE FERMO

Affidi e tutela dei minori. Sinergia tra enti e privati

Se n’è parlato alla Comunità di Capodarco con le esperienze delle famiglie e di ’Mondo minore’ che negli anni ha accolto centinaia di ragazzi e ragazze.

Affidi e tutela dei minori. Sinergia tra enti e privati

L’affido sine die una ‘sorta di fantasma’ che c’è ma non si nomina. L’affido che parla di bambini, di persone, di storie vere, delle nostre storie, ci coinvolge tutti, ci interroga, mescola pensiero e azione, incrocia famiglie, servizi, territorio. Se n’è parlato alla Comunità di Capodarco di Fermo per l’evento "Affido sine die e tutela dei minori. Tra realtà e principi teorici, con uno sguardo al futuro", organizzato dall’Associazione Mondo Minore, patrocinato dal Comune di Fermo e accreditato dall’Ordine degli Assistenti Sociali delle Marche. Con il presidente della comunità, don Vinicio Albanesi, c’erano psicologi, psicoterapeuti, il coordinatore dell’ambito sociale Ranieri, Stefano Ricci, già dirigente presso la Regione Marche nel settore sociosanitario e co-fondatore della Rete delle Famiglie Affidatarie della Comunità di Capodarco di Fermo, e tanti altri esperti a confronto. Tanti i temi toccati, proprio a partire dall’esperienza di Mondo minore, che ha accolto negli anni centinaia di ragazzi e ragazze, e il gruppo delle famiglie affidatarie che pure ha gestito le lacrime e i giorni di bambini. Sono state analizzate le diverse tipologie di affido, la qualità e la modalità di gestione e le linee d’indirizzo in aggiornamento. La parte delicata è la conservazione della relazione tra minore e famiglia di origine, perché troppo spesso al centro di tutto si mette l’adulto. Si è ribadito che l’affido "è un’opportunità di prendersi cura", costruendo una dimensione di legame e di affetto, tenendo conto della doppia appartenenza per i minori che finiscono per avere una famiglia in più. E ancora, è stata ribadita l’importanza di fare rete e formazione, nell’accompagnamento delle famiglie affidatarie che sono co-protagoniste di una progettualità, non utenti di un servizio. Diversi i quesiti posti: chi deve avere la "regia" sulla vita del minore? Date le difficoltà, perché una famiglia dovrebbe intraprendere la via dell’affido? Chi aiuta i giovani adulti appena diciottenni, chi li accompagna verso l’autonomia? La parola chiave è stata "legame", perché l’affido crea legami e non bisogna avere paura dei legami. L’affido è un noi, è tutto un territorio, è un’opportunità di crescita, un’opportunità di futuro non solo per il bimbo. Stefano Ricci dopo averci ricordato che "i figli nostri non sono nostri, ma i figli degli altri sono anche nostri", legge un "Acrostico" sulla parola "Affidamento familiare": accoglienza, fatica, famiglia, integrazione, disegno, attaccamento, insieme con gli enti pubblici, perché il futuro dei bambini è il futuro di tutti noi.