Fermo, 4 gennaio 2025 – Il motore dell’ultraleggero che si spegne in volo, il velivolo che improvvisamente inizia a perdere quota e precipita a terra. Tutto succede in meno di dieci secondi, un tempo brevissimo gestito dal pilota con lucidità e fermezza che ha portato alla salvezzza della sua stessa vita e anche di quella del passeggero. E’ successo nel pomeriggio dello scorso primo gennaio e il pilota dell’ultraleggero era Davide Angelini, 31enne imprenditore di Grottazzolina (Fermo) che oggi descrive la sua reazione in volo come “azioni spontanee dettate dalla protezione della Madonna di Loreto”. Angelini ed il suo amico appassionato di volo anche lui, erano decollati a bordo dell’ultraleggero intorno alle 16 di mercoledì, dall’aviosuperficie di Monte Giorgio, direzione nord. L’incidente è avvenuto intorno alle 16.30 in un campo agricolo tra Osimo e Castelfidardo, dove l’ultraleggero è finito con il muso in un fosso per poi ribaltarsi su se stesso. Illesi il pilota ed il passeggero. A raccontare gli istanti dell’incidente che avrebbe potuto trasformarsi in una vera e propria tragedia, è Angelini stesso.
Angelini, come sta a distanza di due giorni dall’accaduto?
"Bene. Penso che avrei potuto non essere qui a risponderle”.
Ripercorriamo il pomeriggio di mercoledì.
“Erano le 16 circa quando io e il mio amico siamo decollati dall’aviosuperficie di Montegiorgio. Come da azioni standard prima del decollo, abbiamo proceduto al controllo del mezzo e allo svolgimento di tutte le procedure di comportamento in caso di emergenza”.
Direzione nord?
“Abbiamo sorvolato Corridonia e deciso di fare un ‘touch and go’, all’aviosuperficie di Loreto cioè un ‘tocca e via’ (toccare terra e ripartire senza sosta)”.
Subito dopo è emerso il problema?
“Sì. In salita dopo il decollo con virata, il motore ha iniziato a darmi problemi. Ho pensato ci fosse del ghiaccio ed ho agito di conseguenza. Ma subito dopo il motore si è spento. L’elica era immobile a circa 50 metri da terra. Ho pensato: ’Adesso andiamo giù’. Poi ho agito automaticamente. Ho utilizzato la poca spinta che avevo per finire la virata ed evitare di schiantarci contro cavi elettrici, case e strada, cercando di portarci sul campo agricolo sotto di noi e planare in lunghezza. Quindi ho messo in pratica manovre mirate ad un atterraggio di emergenza. Ho buttato giù il muso del velivolo per poi richiamarlo delicatamente in alto fino a che la terra si avvicinava sempre più. Toccato il suolo l’ultraleggero è scivolato sul terreno per alcuni metri fino a quando il muso è finito nel fosso. L’impatto e la poca inerzia hanno spinto in verticale l’ultraleggero che si è poi capovolto su se stesso. Tutto in pochi istanti, dal cielo, al campo tra Osimo e Castelfidardo, in circa dieci secondi”.
Quando avete preso coscienza di essere sani e salvi?
“E’ stato bellissimo. Il passeggero è riuscito a liberarsi subito dalle cinture. Io invece sono rimasto bloccato in bilico ed è stato lui a liberarmi”.
Chi ha chiamato i soccorsi?
“Un infermiere del 118 di passaggio in auto che come tante altre persone ha assistito alla scena”. Lei, invece, cosa ha fatto?
“Ho telefonato al mio amico collega di volo e ho spiegato quanto accaduto”.
Da qui, i controlli in ospedale di Osimo, poi il ritorno a casa.
“Siamo stati subito dimessi”.
Ha avuto paura?
“No. Non lo dico per fare l’eroe. Ma da pilota ho agito come andava fatto, nel rispetto di quanto appreso al corso di volo da diporto sportivo”.
Da quanto ha la licenza?
“Dal 2020. Approfitto per ringraziare l’Areoclub Picenum di Montegiorgio per avermi permesso di realizzare questo sogno che nutrivo fin da bambino”.
Il corso prepara anche alla gestione di emergenza?
“Forma il pilota nel suo insieme sulla base di nozioni teoriche e pratiche, e prepara ad affrontare rischi ed emergenze. Le simulazioni sono importantissime ed è fondamentale affidarsi ad istruttori professionali. Grazie a Paolo Fagotti il cui addestramento è stato salvifico per la gestione sia pratica che emotiva della condizione di emergenza, ben diversa da una simulazione”.
A distanza di giorni, ha riflettuto sulla tragedia sfiorata?
“Sì. Sono consapevole che avrei potuto non essere qui a raccontare questa storia. Ho analizzato tutte le circostanze sfavorevoli che hanno portato all’incidente poste in relazione con la giusta adozione del protocollo di volo. Eppure tra tutto, abbiamo evitato ogni possibile pericolo per noi e per gli altri. Credo che ci abbia salvati la Madonna di Loreto: è la santa protettrice dei piloti”.
Quando il prossimo volo?
“Prestissimo. Con gratitudine, stessa passione e maggior esperienza”.