Sant'Elpidio a Mare (Fermo), 4 maggio 2016 - I primi ad accorgersi dei cambiamenti disposti dall’oggi al domani nei servizi sanitari tra Sant’Elpidio e Porto sono stati, manco a dirlo, gli utenti. Sono loro che, lunedì, hanno appreso da un foglietto scritto a mano con un pennarello, che il servizio cure domiciliari (Adi) dal due maggio sarebbe stato attivo al distretto di Porto Sant’Elpidio (dal lunedì al sabato ore 10-13) mentre a Sant’Elpidio sarebbe rimasto solo il mercoledì (ore 9,30 - 12,30) e il sabato (ore 10 - 12,30). Una novità che non è piaciuta agli utenti elpidiensi e monturanesi che dovranno spostarsi al Porto per la distribuzione di materiali e farmaci di cui hanno bisogno.
«Un disagio non indifferente – raccontano alcuni utenti che si stanno già organizzando per una raccolta di firme e per sensibilizzare le amministrazioni di Sant’Elpidio e Monte Urano a mobilitarsi per dissuadere l’Area Vasta dal proseguire con questa decisione –. Ci serviamo del servizio di distribuzione due, tre volte a settimana; questo richiede tempo perché le quantità sono tante, gli utenti sono tanti e dobbiamo lasciare il familiare malato con qualcun altro. E’ una situazione grave». Sconcerta ancora di più un altro dato. «Il sindaco Terrenzi da me interpellato – riferisce la consigliera regionale Jessica Marcozzi (Fi) che si è fatta portavoce del problema – ha detto di non sapene niente. Quanto avvenuto in queste ore negli ambulatori di Sant’Elpidio ha dell’incredibile».
Una comunicazione del direttore di distretto, Vincenzo Rea è stata diramata ieri. Vi si legge che «dal 2 maggio, le cure domiciliari e la fisiatria territoriale (personale, strumenti e mezzi) sono stati trasferiti al distretto di Porto Sant’Elpidio in attesa del completamento dei lavori di riqualificazione dell’intero ex ospedale di Sant’Elpidio».
Qui sarà attiva da lunedì la Moc (trasferita dal Porto) e vi sono e saranno mantenuti la segreteria delle cure domiciliari e il punto di distribuzione ausili (pannoloni e altro, non medicinali; ndr)».
Altra novità è il trasferimento (entro la fine dell’anno) del Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche da Porto a una sede individuata a Fermo, in una località ritenuta più ‘protetta’ e più idonea, ovvero in una palazzina di fronte alla caserma dei carabinieri dove il movimento dei pazienti del Sert può essere tenuto sotto controllo.