’Non ci resta che piangere’ è il titolo del famoso film di Benigni e Troisi che ben interpreta lo stato d’animo dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste nel riferire, ieri in conferenza stampa tenuta presso la società operaia, degli scempi che sarebbero stati compiuti con i lavori sul lungomare sud di Porto San Giorgio, lavori che invece avrebbero dovuto essere di riqualificazione, come stabilito per l’utilizzo dei fondi Pnrr. Il portavoce degli ambientalisti, Luca Romanelli comincia a parlare dire con sconforto e tristezza del ’massacro’ perpetrato nei confronti di 60 tamerici.
"Avevamo una rigogliosa alberatura di 60 tamerici. Avevamo 4 milioni di euro per rendere quel tratto di lungomare un luogo speciale, rigenerante per le persone ed attrattivo per i turisti. Ora che l’ultimo scempio è stato compiuto tagliando gli alberi rimasti, quello che resta è deprimente. L’ombra è sparita: non la possono certo rimpiazzare piantine giovani a cui occorreranno molti anni, se mai attecchiranno, per svilupparsi e cespugli di pitosfori aggiunti di corsa per attenuare visivamente il disastro. Resta l’ombra affidata a ridicoli ombrellini di metallo". Secondo lui: "Questa amministrazione ha scelto di umiliare la città con il suo disprezzo del verde, della partecipazione dei cittadini (il progetto è stato discusso solo con i balneari) la sua spavalda faciloneria e una sconcertante catena di bugie e giravolte. "Noi non abbiamo mai pensato di tagliare le tamerici! – ha tuonato in Consiglio comunale il sindaco, – le sposteremo tutte in altra sede, ma sono state estirpate".
Poi Romanelli cita alcune opere previste dal progetto ma non realizzate o di opere progettate in un modo ed eseguite in maniera diversa. Non attuate: un marciapiede di 80 centrimetri ad ovest del nuovo filare di alberi per consentire alle persone di scendere dalle auto in sicurezza; un percorso rialzato di collegamento a piazza XXV aprile; l’abbattimento delle barriere architettoniche e la realizzazione di lastre con percorsi tattili per i non vedenti; pavimentazione in betonelle di cemento invece che in massello; pochissime panchine-graticola in ferro; ancoraggi per bici insufficienti; bidoni metallici mastodontici in bella vista.
"Insomma – chiosa – un capolavoro di sciatteria, uno spreco gigantesco di denaro pubblico, un tradimento degli obiettivi del bando Pnrr; un grave danno per tutti noi".
Silvio Sebastiani