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"A teatro ci sarà un larghissimo abbraccio da Varese fino a Roma"

L’organizzazione di volontariato C’è Tempo Odv, a cui verrà devoluto l’intero incasso de “La Locandiera” allestita all’Alaleona, opera a livello...

L’organizzazione di volontariato C’è Tempo Odv, a cui verrà devoluto l’intero incasso de “La Locandiera” allestita all’Alaleona, opera a livello nazionale con 110 soci volontari che promuovono iniziative e progetti specifici in ogni regione d’Italia. E da varie città della penisola si muoveranno, sabato 26 aprile, soci e simpatizzanti dell’associazione per raggiungere Montegiorgio ed assistere allo spettacolo. "Ho ricevuto diverse conferme che profumano tanto di affetto – sorride Laura Marziali –. Claudia ci raggiungerà da Varese, mentre Giorgia arriverà da Roma. E tante altre ancora. Sarà una gran bella serata da vivere con leggerezza. E ci tengo a sottolineare che gli attori di Progetto Musical, guidati da Saverio Marconi, sono davvero bravi: evviva il teatro. Un grazie speciale a Fabio Paci che come sempre unisce qualità, territorio e solidarietà".

Torniamo alla pièce teatrale “La Locandiera”, tratta da Carlo Goldoni, che viene spiegata da Manu Latini, presidente di Progetto Musical e tra i protagonisti sul palco: "E’ uno spettacolo divertente e davvero stimolante per un attore. E’ divertente per noi e lo sarà per chi verrà a vederlo. Fondamentale la regia autorevole, deliziosa, sensibile anche ai piccoli dettagli di Saverio Marconi, con una scenografia ricercata. E i personaggi acquisiscono un carattere marchigiano. E’ uno spettacolo da gustare, un esperimento simpatico, calibrato, tenero e mai volgare, studiato con l’intento di valorizzare noi marchigiani così come siamo, con i nostri limiti e le nostre virtù".

Così il grande regista Saverio Marconi, fondatore nel 1983 della Compagnia della Rancia, spiega questa lettura inedita de “La Locandiera”: "E’ ambientata negli anni ’60 in una cittadina di mare sulla costa marchigiana. Mirandolina è una ragazza del posto che gestisce la piccola pensione Maresole. Siamo alla fine della stagione turistica, non ci sono molti clienti, ma quelli ospitati sono molto particolari. C’è il Marchese Filiberto, il Conte Arbì e l’ingegnere Sciapigotto. Ci sono anche due signorine allegre: Ortenzia di Macerata e Dejanira di Sforzacosta. L’unico personaggio che non parla marchigiano è Fabrizio, il tuttofare della locanda. Lui è nato nel quartiere romano dalla Garbatella. Mi sono preso molte libertà rispetto alla commedia di Goldoni, una su tutte è di aver ambientato lo spettacolo in una scenografia della commedia dell’arte ma che non descrive una locanda del ‘700, ma degli anni ’60".