Fermo, 13 luglio 2024 – È stata inaugurata domenica 7 luglio a Fermo la mostra dedicata all’artista Adolfo De Carolis e il pubblico ha risposto subito presente, sia presenziando alla presentazione nella chiesa di San Domenico sia con la visita in anteprima. La mostra, dal titolo “Nello studio di Adolfo De Carolis. Opere nella collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo”, fa parte della rassegna “Il tempo delle nostre” di scena a Palazzo dei Priori e sarà attività fino al prossimo 3 novembre. Segue quella di Antonio Ligabue e Giuseppe Pende dal titolo “Fermo. Il tempo delle mostre”, mostrata agli appassionati dell’arte dal 6 dicembre al 2 giugno scorsi. La mostra dedicata a De Carolis è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo con il patrocinio del Comune di Fermo, l’organizzazione è di Maggioli Cultura e Turismo.
Chi è Adolfo De Carolis
Per chi non lo conoscesse, Adolfo De Carolis, vissuto tra 1874 e 1928, è il protagonista indiscusso della stagione artistica che caratterizza il panorama dell’Italia post unitaria nei decenni a cavallo fra Otto e Novecento. Uno dei capostipiti in diversi campi: la pittura, la decorazione, la xilografia e la scenografia fino al design. Fu a stretto contatto con i più eminenti intellettuali del suo tempo, come dimostra il lungo sodalizio con Gabriele D’Annunzio, testimoniato dal fitto carteggio conservato presso il “Vittoriale degli Italiani” di Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del Lago di Garda.
La mostra divisa in cinque parti
Alla mostra dedicata a De Carolis, si possono vedere opere suddivise in cinque diverse sezioni. La prima, chiamata “Lessico familiare”, è dedicata ai ritratti su carta e su tela dell’artista e dei suoi familiari. La seconda, “Le amate sponde”, al Trittico del Mare, ai bozzetti, ai disegni, alle xilografie e alle fotografie di tema adriatico. La terza, “Il Mito e la Storia”, alle imprese decorative di soggetto mitologico-allegorico del Palazzo del Governo di Ascoli Piceno, del Salone di Bologna, dell’Aula Magna dell’Università di Pisa. La quinta sezione, “La Pietas”, è rivolta alle imprese decorative ideate per la cappella di San Francesco a Padova, per la cappella Puccini a Torre del Lago e per la Collegiata di San Ginesio. Infine c’è la quinta sezione, “Alle origini del design”, presentante numerosi appunti grafici destinati alla promozione di attività manifatturiere, al reperimento di fondi per associazioni volontaristiche e benefiche, all’illustrazione libraria, alla realizzazione di elementi di arredo.
Gli eventi a corredo della mostra
In occasione della mostra verranno organizzati vari eventi collaterali con la partecipazione di studiosi, storici dell’arte e scrittori che affronteranno la figura di De Carolis da prospettive diverse: è previsto inoltre il coinvolgimento degli istituti scolastici del territorio con l’organizzazione di visite guidate ed attività laboratoriali. L’esposizione rappresenta il momento centrale delle iniziative promosse in occasione delle celebrazioni decarolisiane dal comitato che vede la partecipazione delle Amministrazioni Comunali di Montefiore dell’Aso, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e Fermo. L’intento è quello di illustrare il modus operandi dell’artista attraverso il materiale di studio conservato dai discendenti e acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo che ne ha così impedito la dispersione, a partire da un’opera capitale nella produzione del maestro marchigiano, il “Trittico del Mare” recentemente sottoposto a un delicato e complesso intervento di restauro presso l’Università di Urbino.
Le parole del curatore Stefano Papetti
Parlando della mostra, il curatore Stefano Papetti ha detto che “grazie a un’attenta catalogazione scientifica” e ai saggi “affidati a noi dai maggiori specialisti del settore” si potrà comprendere “il ruolo dell’artista marchigiano nel valorizzare l’artigianato artistico in sintonia con gli ideali del movimento inglese Arts and Crafts — è il commento — oltre al suo legame con i maggiori intellettuali del tempo, come D’Annunzio, e al suo ruolo di grande ideatore di complessi apparati decorativi, come quelli realizzati presso il Palazzo Comunale di Bologna, l’Aula Magna dell’Università di Pisa e il Salone del Palazzo della Provincia ad Arezzo”.