GAIA CAPPONI
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Cavalcata dell’Assunta in arrivo, 10 contrade a caccia della vittoria

Religione e storia, la piazza trasformata in un teatro per raccontare Fermo e il suo domino già dal 998. Torresi: “Un’edizione speciale con alcune novità che dimostrano la volontà di aprirsi alla cittadinanza”

Ieri l’edizione della Cavalcata dell’Assunta è stata presentata nella sala consiliare di Palazzo dei Priori

Ieri l’edizione della Cavalcata dell’Assunta è stata presentata nella sala consiliare di Palazzo dei Priori

Fermo, 21 luglio 2024 – ‘Et Palio sia’. Il ricco programma della 43esima edizione della Cavalcata dell’Assunta è stato presentato ieri presso la sala consiliare di Palazzo dei Priori a Fermo, alla presenza del Prefetto Edoardo D’Alascio. A prendere la parola per primo, in luogo del sindaco Paolo Calcinaro intervenuto telefonicamente, il vicesindaco Mauro Torresi: “In occasione della recente visita dei Priori delle dieci contrade presso il palazzo prefettizio, sue eminenza ha chiesto cosa rappresenti la Cavalcata per la città: essere nell’assise dell’amministrazione comunale è la risposta più esaustiva. Sarà un’edizione speciale con alcune novità che dimostrano la volontà di aprire sempre più la manifestazione alla cittadinanza e non solo”.

Come la scelta dei luoghi abbia sempre un significato particolare è stato sottolineato anche dal Prefetto Edoardo D’Alascio: “Sono qui da poco più di tre mesi, ma sento di essere parte del territorio e posso dire che per ‘noi fermani’ il Palio ha un’importanza fondante così come fondanti sono due concetti ad esso riferiti: la diversità tra contrade, fattore di connotazione e forza, e l’unità d’intenti delle singole contrade alle quali va un grande plauso nel farsi portavoce delle esigenze dei contradaioli e cittadini”. Alla grande macchina organizzativa della Cavalcata sono arrivati i complimenti dei consiglieri regionali Jessica Marcozzi e Marco Marinangeli: “La rievocazione storica documentata più antica d’Italia, dà lustro alla provincia fermana e alle Marche tutte: è cultura, storia ma anche promozione turistica senza dimenticare il senso di aggregazione e appartenenza che accomuna le numerose componenti”.

Tra le novità annunciate dal vicepresidente della Cavalcata Andrea Monteriù, anche la collaborazione con la dottoressa Francesca Mercatili direttrice dell’Archivio di Stato: “Con orgoglio presentiamo la manifestazione cittadina più importante, momento d’identità religiosa, dietro alla quale c’è il lavoro di Priori e di contradaioli per 365 giorni l’anno- ha dichiarato Monteriù- in questa sala nel novembre del 2021, il consiglio comunale all’unanimità ha riconosciuto ‘l’alto valore culturale, sociale e civico della Cavalcata in considerazione del rilevante patrimonio immateriale’: tale riconoscimento è arrivato sino al ministero della cultura che ci ha sostenuti in più di un’occasione affinchè la manifestazione possa migliorarsi per il futuro”.

Del coinvolgimento di un sempre maggior numero di ragazzi e bambini grazie al progetto nelle scuole e ai gruppi dei tamburini e sbandieratori ha parlato il vice presidente Roberto Montelpare che, dopo aver ringraziato il lavoro volontario dei contradaioli nel rendere la contrada ‘luogo protetto, sano e sicuro’, ha passato la parola al regista Adolfo Leoni: “Da una recente indagine Istat, uno dei mali moderni della società italiana risulta essere la povertà educativa: grande merito dobbiamo alla nostra manifestazione per porvi rimedio. La Cavalcata è fatto religioso e public history: la piazza trasformata in un teatro per raccontare che già dal 998 i dominii del territorio versavano gli affitti a Fermo; nel 1182 il castello di Monterubbiano recava in dono il Palio; gli Sforza crearono a Fermo la prima Signoria delle Marche. Quest’anno, in occasione dell’arrivo del Palio, la compagnia teatrale ‘Ho un’Idea’ con Gabriele Claretti e la compagnia dei Morlacchi metteranno in scena, alla maniera elisabettiana, le vicende di Francesco Sforza: dal momento della presa del potere alla nascita di Galeazzo Maria, futuro duca di Milano. Perché come sosteneva lo storico dell’arte Argan ‘il passato che nella storia è pensato, nel revival è agito”.