Fano, 23 ottobre 2024 – Piove dentro Santa Maria Nuova, la chiesa di proprietà comunale che si affaccia su via de Tonsis. E non piove neppure poco visto che una delle aree interessate è stata transennata con il nastro bianco e rosso. Se inizialmente cadevano solo poche gocce d’acqua, durante la pioggia torrenziale di venerdì e sabato scorso dalla fessura sul soffitto, visibile a occhio nudo, ha iniziato a scendere un filo continuo d’acqua tanto che si è dovuto tamponare posizionando un secchio a terra. Per evitare che qualcuno si soffermi nel punto più critico della chiesa, le panche sono state distanziate e il passaggio interdetto ai fedeli. Ci sarebbero, però, almeno altri tre punti nei quali sono state individuate le perdite d’acqua, sempre dal tetto: una in prossimità dell’ingresso, vicino all’acquasantiera di sinistra, l’altra a metà del muro perimetrale sinistro. In questo caso, però, l’infiltrazione sembra meno evidente in quanto, quando piove, l’acqua non arriva a terra ma si ferma sul cornicione interno di Santa Maria Nuova. Di certo non è bello che in una chiesa monumentale così importante con opere del Perugino, di Giovanni Santi e forse perfino di Raffaello, piova dentro. “Serve una verifica immediata sul tetto – fa presente il conte Luciano Bracci – le infiltrazioni potrebbero essere causate dallo spostamento dei coppi”. “Qui arriva gente da ogni parte d’Italia a visitare la chiesa – fanno notare i frati - e non è piacevole presentarla in questo stato”.
Tra l’altro dal prossimo anno (il sindaco aveva parlato di gennaio 2025) Santa Maria Nuova dovrebbe di nuovo accogliere la Pala di Durante (con lunetta e predella) di Pietro Perugino, restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e oggetto di una specifica mostra alla sala Morganti del Palazzo Malatestiano che si è conclusa il 15 settembre. Per il suo trasferimento in sicurezza dal museo civico a Santa Maria Nuova, il Comune ha stanziato 100mila euro.
“E’ una chiesa fondamentale per Fano – fa notare il capogruppo del Pd Cristian Fanesi – quasi una seconda Cattedrale ed è necessario che l’Amministrazione intervenga in tempi rapidi. Non ci sono neppure impedimenti economici visto che potrà contare su un avanzo d’amministrazione importante”. L’ultima volta che il Comune ha messo mano al tetto di Santa Maria Nuova è stato nel 2016, dopo il terremoto: fu sostituita una capriata sopra l’altare, danneggiata dalle scosse di terremo e in precedenza dall’umidità. Nel 2019 è seguita la demolizione del contiguo convento per fare posto ad abitazioni residenziali, ma non sembra che da parte del Comune ci siano stati ulteriori controlli sul tetto o lungo le condotte di scolo dell’acqua: quello che oggi si dovrebbe fare con urgenza.