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"Pazi Snajper" a Fano, con uno spettacolo Sarajevo chiama Mariupol a 30 anni dal terrore

Sabato 6 maggio al Politeama il racconto dei civili nel mirino dei serbo-bosniaci nel 1992, per creare un parallelo con le immagini del recente assedio nella città Ucraina e dei cadaveri lungo la strada a Bucha

I protagonisti di Pazi Snajper, Biagiarelli e Fabiani

I protagonisti di Pazi Snajper, Biagiarelli e Fabiani

Fano (Pesaro e Urbino) 27 aprile 2023 -  Si conclude con 'Pazi Snajper, attenzione cecchino' la XX edizione della Scuola di Pace 'Carlo Urbani' di Fano. Uno spettacolo che a trent'anni dall'inizio dell'assedio sulla città di Sarajevo (1992-2022) svela non solo tutta la ferocia e disumanità della guerra nei Balcani ma ne mostra in parallelo l'attualità sul fronte dell'Ucraina. Sul palco Sandro Fabiani e Roberta Biagiarelli, quest'ultima attrice, autrice, documentarista, progettista teatrale, che nel 2002 ha fondato l'associazione culturale 'Babelia & C.- progetti culturali' per dedicarsi alla produzione, ricerca ed interpretazione di temi sociali, storici e politici.È autrice ed interprete di diversi monologhi, tra i quali “A come Srebrenica” che è stato rappresentato in centinaia di repliche. Nel 2016 ha pubblicato il volume “Dal libro dell'esodo” (Piemme edizioni) di cui è coautrice con il fotoreporter Luigi Ottani, fatta esperienza sulla rotta balcanica dei migranti nell'agosto 2015 sul confine greco-macedone. Nell'ambito del progetto “Shooting in Sarajevo”, avviato con Ottani nel 2015, è nato questo spettacolo che vede la regia di Luca Bollero.

“La memoria di un assedio e di una guerra recente nel cuore d'Europa, i Balcani, inevitabilmente ci catapultano nel conflitto in corso e ci richiamano al nostro senso di responsabilità e di volontà nel volere la pace” si legge in una nota della Scuola della Pace che lo mette in scena sabato 6 maggio alle ore 17 presso il Cinema teatro Politeama di Fano inserendolo all'interno del programma della “Primavera della Legalità 2023” (ingresso libero a offerta, senza prenotazione. Infotel 391/1485502).

Il cecchino è il protagonista implacabile - si legge nelle note di regia - che osserva dall'alto della sua postazione lo scorrere davanti ai suoi occhi della vita nella città ferita, agisce dentro ad una condizione di attesa, così come dentro ad un tempo sospeso si trovano a vivere le sue vittime. Lui e Lei, rimasti nell'unico appartamento di un intero condominio abbandonato nel quartiere di Grbavica nella Sarajevo assediata, anche loro in attesa che accada qualcosa o che qualcuno arrivi a modificare la loro condizione”.

L'azione è ambientata in due situazioni parallele: la postazione del cecchino inondata dal suo flusso interiore e l'abitazione di un uomo e di una donna che resistono, testimonianze consumati e attanagliati dal freddo, dalla paura, dalla fame, inventandosi modi per sopravvivere . C'è la condizione di attesa del cecchino-carnefice e c'è quella delle sue vittime per due mondi destinati ad incrociarsi tragicamente attraverso un mirino.