Fano, 23 giugno 2023 – Malika Ayane, è una delle ospiti più attese al festival Passaggi di Fano. Ma questa volta la cantante e interprete, attesa domenica sera al Pincio, non canterà ma parlerà invece del suo esordio da scrittrice e del suo primo libro "Ansia da felicità" edito da Rizzoli. Un’emozionante raccolta di racconti; una carrellata di personaggi con sensibilità diverse, ma tutti affannosamente alla ricerca della felicità.
Come mai l’esigenza di mettersi in gioco come scrittrice?
"In realtà scrivo da tutta la vita. Sono una scrittrice compulsiva e riempio taccuini (tutti neri), che mi porto dietro ad ogni trasloco. Ho scritto anche degli articoli e dei piccoli editoriali. Ma non mi sono mai sentita pronta ed ero sicura che avrei perso l’occasione. E invece per fortuna una richiesta è arrivata ed eccomi qui".
Come mai la scelta di questo titolo?
"Il titolo prende spunto da uno dei 15 racconti del libro e descrive il "conflitto" della protagonista seduta in un bar che riflette su quella che potenzialmente potrebbe essere una nuova travolgente storia d’amore da vivere e, contemporaneamente, sulla paura di poterla perdere. E poi Ansia da felicità è anche il titolo di una canzone scritta con Pacifico".
I suoi racconti sono immaginari o traggono spunto da vicende vissute?
"Sono storie immaginarie in cui finisce inevitabilmente qualcosa di te; di come guardi alle cose, al mondo. Ci sono molti riferimenti spazio-temporali che comunque mi coinvolgono. Ma non è, ci tengo a dirlo, un libro autobiografico".
Tutti racconti con protagoniste donne.
"Guardi io ho letto in vita mia un sacco di libri con protagonisti uomini e alla mia opera prima ho deciso invece di raccontare delle donne".
Rileggendolo quale è il racconto che la coinvolge di più?
"Succede come con le canzoni. Difficile scegliere; ognuna ha un suo carattere".
Più facile cantare o scrivere?
"Sono cose diverse e che apparentemente non hanno niente in comune. In entrambi i casi, e soprattutto nel caso della scrittura, io ci metto il massimo della serietà. Prima di scrivere questo libro avevo una sorta di ansia da prestazione; pensavo di poter apparire sciocca e banale. Poi mi sono messa nei panni dell’apprendista di bottega e umilmente ho pensato a "rafforzare" la mia tecnica".