Pesaro, 13 maggio 2022 - "La guerra è finita. La questione sudtirolese: il Vietnam italiano" (Società editrice Il Ponte Vecchio, Cesena, 10 euro): con questo libro Giorgio Guidelli - giornalista del Carlino e storico - porta l'orologio indietro agli anni Sessanta del secolo scorso e si chiede, anche alla luce degli echi di una nuova guerra che si sta combattendo sul suolo dell'Europa, cosa fu in effetti la questione sudtirolese. Liquidata come terrorismo alla vigilia della strategia della tensione e degli Anni di Piombo che agitarono diversi Paesi europei, la ribellione di questa terra di confine contesa tra Italia e Austria fu ben altro.
In questo saggio travestito da romanzo, Giorgio Guidelli indaga su questo periodo storico, sempre frettolosamente archiviato, su un conflitto protrattosi dopo gli accordi postbellici che causò morte, lutti e dolori da entrambe le parti. Perché, come scrive Guidelli, si trattò di una guerra "a tutti gli effetti con vittime da una parte e dall'altra. Tra chi combatteva per un ideale e una Patria soffocata ma anche tra chi lavorava ed eseguiva ordini, anche in questo caso, di una bandiera e di un Paese".
E tra questi morti il giornalista, che lavora per il Gruppo Monrif, al Resto del Carlino, ricorda, nel post scriptum del libro, il sacrificio del capitano dei carabinieri di Fano Francesco Gentile, ucciso a 37 anni nella strage di Cima Vallone nel giugno 1967. Lo fa con una breve ma intensa intervista alla vedova, quasi novantenne, Oretta Giammattei che oggi vede le bombe che piovono sull'Ucraina.
"Mio marito è stato vittima di una guerra civile - risponde la moglie di Francesco Gentile a Guidelli - e allora non ci eravamo resi conto del pericolo che stava correndo. Francesco era la mia vita. Nonostante siano passati decenni mi è rimasto tutto sul groppone. Non ho risentimenti. Anzi, perdono quella gente che ha ucciso mio marito. Erano ragazzi che non sapevano quello che facevano".