TIZIANA PETRELLI
Cultura e spettacoli

Ciccio Graziani a Fano: “A 71 anni mi rendo conto di aver sbagliato con il presidente Rozzi”

Il campione del mondo di Spagna 1982 si confessa: il racconto di una lunga carriera e il rapporto con l'Ascoli

Ciccio Graziani al Bon Bon a Fano si racconta assieme alle vecchie glorie del calcio

Ciccio Graziani al Bon Bon a Fano si racconta assieme alle vecchie glorie del calcio

Fano (Pesaro e Urbino) venerdì 21 giugno 2024 - L'autogol di Calafiori ha fatto fallire il suo pronostico . "Finisce uno a uno, ho buone sensazioni... non perdiamo " aveva detto poco prima della partita Spagna-Italia (1 a 0) il mitico Ciccio Graziani, campione del mondo 1982, arrivato in città ospite di Boomerang Rewind Festival 80-90 per parlare da protagonista di quegli anni di calcio e di un gioco che non c'è più. Lo ha fatto sedendo a un tavolino del Bon Bon, assieme ad altri calciatori che partendo dall'Alma Juventus Fano hanno militato nelle categorie più alte: Lamberto Zauli (soprannominato lo Zidane della serie B dove ha 158 presenze e 28 reti, ma in carriera ha totalizzato anche 146 presenze e 20 reti in serie A), Mario Barbaresi (fanese 76 anni, bandiera del Torino con cui ha disputato vari campionati di serie e due partite nelle Coppe Europee) Roberto Canestrari (fanese 71 anni, oltre 150 presenze tra serie A e serie B con le maglie di Modena, Cagliari e Bari) e Giovanni Mei (fanese 71 anni, 109 presenze in serie A tra il 1978 e il 1985 con le maglie di Bologna, Atalanta, Cesena e Cremonese) che tante volte lo ha affrontato in campo marcandolo stretto.

Una lunga carriera quella di Graziani, campione del mondo in Spagna. Ma oltre a quel mondiale, quale ricorda essere stato il momento più bello?
"La vittoria dello scudetto con il Torino. Quello è stato un altro momento straordinario della mia vita professionale. Far rivincere uno scudetto al Torino dopo 'il Grande Toro' è stata una soddisfazione enorme per tutti noi".

Il gol più bello?
"Contro l'Ascoli. Andate su youtube e mettete 'gol di Graziani contro l'Ascoli'... vedrete un gol alla Messi che non so neanche io come ho fatto"
Torino-Ascoli campionato 1976, al 44esimo c'è uno slalom prolungato di Graziani che è sfuggito a Castoldi, supera due volte Perico, evita ancora Castoldi che cerca di fermarlo, finta il portiere lo supera scivolando e mette in rete.

Con l'Ascoli però anche una brutta esperienza in panchina...
"Con Ascoli è andata male anche perché all'epoca non aveva compreso una cosa: i presidenti sono di fatto proprietari di una società di calcio e l'allenatore si deve un po' adeguare a tante cose. Io però essendo ancora giovane e arrivando dalla Fiorentina non mi sono trovato subito con il presidente Rozzi (Costantino Rozzi costruttore edile, rilevò l'Ascoli nel 1968 e ne fu presidente per 26 anni, fino alla morte, portando la squadra dalla C al 4° posto in Serie A, ndr) e quando vai a scontrarti con un presidente fai fatica a sopravvivere. Forse sono stato troppo rigido e impulsivo nel voler portare avanti le mie responsabilità sopra ogni cosa. Forse dovevo un pochettino mediare".

Con la nostra regione che rapporto ha?
"Come fai ad avere cattivi rapporti con le regioni italiane? Sono tutte belle".

Gli under 50 la conoscono più per le sue partecipazioni ai reality che per la carriera da calciatore e allenatore. Ha persino domato una tigre a Cyrcus.
"Avrei potuto farne tanti di più di reality, perché ancora oggi mi cercano per il Grande Fratello, l'Isola.... ho detto a tutti di no, perché oramai non ho bisogno di quella vetrina. Anzi credo che a volte quella vetrina può rovinare l'immagine di una persona che non ha bisogno di quella realtà. Poi ci sono tanti ragazzi, che grazie ai reality hanno trovato un'altra opportunità di carriera e di vita. Ma quei programmi non fanno per me. Ho con Mediaset un rapporto bellissimo, faccio l'opinionista, mi diverto a raccontare un po' di stupidaggini e qualche volta indoviniamo pure. Per il resto mi godo la vita: i nipoti, gli amici".

Si è pentito di qualche esperienza fatta?
"Mi sono pentito forse di aver avuto un approccio sbagliato da allenatore con i presidenti. Perché poi ho avuto altre opportunità: sono stato ad Avellino e Reggio Calabria, ma erano entrambi momenti difficili per la squadra. Poi quando il Catania era in serie A e Mihaijlovic lasciò, mi chiamò Pietro Lo Monaco: 'te la senti di tornare a Catania?' mi chiese, perché c'ero già stato, siamo passati dalla C alla B con la mia gestione degli ultimi tre mesi. 'Tra i nomi c'è anche il tuo - mi disse - perché in città ti vogliono bene'. Poi invece scelsero Zenga ea quel punto ho detto basta".

Ci ha raccontato momenti sì e momenti no della sua carriera. Questo invece che momento è della sua vita?
"Bellissimo, perché sono al tramonto. Una volta non pensavo alla morte. Ora ogni tanto ci penso. Quando superi i 70 anni, inizi a vedere un mondo diverso perché intorno tutto è diverso: i nipoti, gli amici, tante persone che se ne vanno e altre che resistono come me. E' un momento bellissimo perché ne apprezzi il valore, ma a volte si fa fatica a goderselo... perché c'è un momento in cui capisci che devi cominciare a selezionare al meglio le tue giornate, perché non sai cosa succederà domani. Tutte cose a cui a 50 anni non pensi".


Ad attenderlo al Bon Bon di Fano, c'era un nutrito gruppo di 'Fedelissimi Granata', una delegazione del Torino Club di Pesaro. "Anche qui siete?" gli ha domandato Ciccio Graziani correndo a stringere le loro mani, una ad una. "Non me l'aspettavo assolutamente. Sono contento perché Eraldo Pecci venendo da queste parti più spesso di me, mantiene meravigliosi rapporti con questi club che sarebbero da clonare. Perché purtroppo andranno a risparmiare. Alle nuove generazioni non gli interessa più nulla di queste cose purtroppo. La realtà è questa. Perché anche l' e società stesse non coltivano più l'idea di un club. I giocatori non ci vanno più a trovare i club. Sono tutti lasciati andare perché il mondo sta cambiando. Anzi... è già cambiato".