Fano, 12 marzo 2023 – Sulla magnifica suggestione del ritrovamento della Basilica di Vitruvio, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è pronto ad aiutare Fano: "E’ sempre stato stretto il rapporto tra la città di Fano e Vitruvio. Chiamerò personalmente la Soprintendente delle Marche e cercheremo di dare una mano. Saremo vigili e con le orecchie aperte". Anche per la vicepresidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Giorgia Latini "la scoperta dei resti romani nel centro storico di Fano è di per sé rilevante, ma diventerebbe di eccezionale importanza se fosse confermato che quanto sta emergendo appartiene alla Basilica di Vitruvio. Da marchigiana attendo con emozione l’esito degli scavi, mettendomi a disposizione per supportare la ricerca e augurandomi che possa davvero vedere la luce l’unico edificio del quale l’architetto romano Vitruvio scrive di aver curato la costruzione".
A diversi giorni dai ritrovamenti di importanti reperti archeologici lungo il foro romano, più precisamente in via Vitruvio, nel cuore del centro storico cittadino, anche la Soprintendenza sembra voler rompere gli indugi sul possibile collegamento con la Basilica di Vitruvio di cui parla l’architetto romano nel suo De Architectura. Basilica che si cerca da 500 anni ma che finora non era mai stata trovata. "Non escludiamo – ha dichiaro all’Ansa l’archeologa Ilaria Venanzoni, responsabile dell’area di Fano – che possa trattarsi della Basilica di Vitruvio. Non resta che attendere le risultanze di una più approfondita attività di scavo e analisi del complesso".
Per ampliare l’indagine è già stata avanzata al Ministero della Cultura la richiesta di risorse finanziarie. Il prof. Paolo Clini dell’Università Politecnica delle Marche, uno dei maggiori esperti della Basilica di Vitruvio, ha già contattato l’assessore alla Cultura Cora Fattori e il sindaco Massimo Seri per dare la propria disponibilità alla georeferenziazione dell’area di scavo, utile a stabilire la quota di profondità dei reperti archeologici emersi. In particolare la Soprintendenza parla di "di un complesso costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto, importati dalla Grecia e dall’Asia minore".
I 5 ambienti, secondo Venanzoni, farebbero pensare ad un edificio molto articolato che, però, si sviluppa sotto le case esistenti e quindi inaccessibile. E ancora la Soprintendenza: "La collocazione, la tipologia della struttura, la ricchezza della pavimentazione e la presenza, anche sulle pareti dei locali, di coperture marmoree, permette di ritenere che possa trattarsi di un importante edificio pubblico romano di epoca augustea (I secolo aC - I secolo dC)".
In via Vitruvio sarebbero stati rivenuti anche resti di focolari e frammenti di ceramica del XIV secolo che saranno oggetto di ulteriore studio. L’area degli scavi è stata filmata giovedì scorso con un drone dai funzionari della Soprintendenza delle Marche e dal nucleo dei carabinieri di Ancona che si occupano della Tutela del patrimonio culturale. A quel sopralluogo erano presenti anche l’assessore Fattori, il vicesindaco Cristian Fanesi e il sindaco Seri. L’impegno dell’Amministrazione è ora quello di individuare le risorse (l’assessore all’Urbanistica ha già reso disponibili 20mila euro) per estendere la campagna di scavo in particolare lungo via Vitruvio dove le indagini georadar del 2015 avevano messo in evidenza delle anomalie compatibili con la presenza di una pavimentazione.