di Marco D’Errico
Massiccia affluenza ai cimiteri cittadini, per la commemorazione dei defunti: dal cimitero centrale a quelli dell’Ulivo e di Rosciano. Già dal mattino, complice la bella giornata, i visitatori non hanno mancato questa ricorrenza. Mazzo di fiori alla mano, in tanti hanno cominciato la giornata dedicando qualche minuto di preghiera ai loro cari estinti. Seppure, come evidenzia Maria Biacchessi, storica fioraia fanese, le visite sono diminuite nel tempo così come gli acquisti: "Ho venduto 400 fiori in meno rispetto allo scorso anno. E negli ultimi tempi noto che le visite sono diminuite".
Ieri, è filato quasi tutto liscio, tra le difficoltà a trovare parcheggio, qualche lamentela e gli immancabili e insistenti mendicanti, posti di buonora dinanzi gli ingressi. Tra le criticità, il difficile eccesso ai padiglioni sotterranei e, al cimitero centrale, le "condizioni fatiscenti" di alcuni. Marco Paoloni, assieme alla madre in sedia a rotelle al cimitero centrale, ha vissuto una mattinata impegnativa: "E’ impossibile scendere due rampe di scale, senza uno scivolo né un ascensore, a meno che non si sia disposti a rischiare di farsi male. Ho dovuto portare mia madre in braccio. Si deve fare qualcosa per consentire a tutti di visitare i propri morti".
Un problema, quello denunciato, che coinvolge diversi padiglioni sotterranei con centinaia di sepolture. A questo si aggiunge lo stato della parte sotterranea più interna, dove si trovano le tombe dei primi decenni del ‘900, alle quali più di recente sono stati aggiunti altri loculi. Tra le pareti con l’intonaco ormai sbiadito dal tempo e divorato dall’umidità, i visitatori manifestano un certo disagio: "Questa parte andrebbe subito ristrutturata, venire qui mette paura", commenta un visitatore. Ma le condizioni fatiscenti delle strutture riguardano anche la parte superiore, a qualche passo dall’ingresso. Qui una parte della muratura è coperta dalla impalcature, installate da tempo per i lavori di ristrutturazione: "I calcinacci continuano a cadere per terra – commenta Marco Tonelli – e chi ha i parenti sepolti nei tanti loculi interessati, non può far loro visita. Il camposanto meriterebbe di maggiore attenzione e cura".
Pure al cimitero di Rosciano si sono registrate lamentele per l’accesso alle rampe sotterranee. Ma non sarebbe l’unica condizione critica, all’interno del frequentatissimo luogo sacro. Tra le lamentele, le scale "oscillanti e pericolose" per raggiungere i loculi posti in alto, nella parte centrale; l’area deposito per le esumazioni, coperta da un telo malandato; le sepolture dei neonati, affiancate da lamiere arrugginite e mattoni accatastati.
Al cimitero dell’Ulivo, Guglielmo Venturi rileva la presenza di diverse tombe abbandonate: "Quando cammino lungo i viali, saluto alcuni defunti che sono per me ormai familiari, ma provo una certa amarezza dinanzi a croci di legno cadute nel fango e senza un nome". Infine, l’uomo denuncia lo stato del campo degli "indecomposti", salme riseppellite in attesa di essere traslate negli ossari: "Se non si dispone di stivali, la zona non è raggiungibile. Andrebbero realizzati vialetti lastricati, per consentire le visite".