SANDRO FRANCESCHETTI
Cronaca

Una Babele in oratorio: si parlano sei lingue

Sono 36 i partecipanti stranieri alle lezioni di italiano organizzate a Orciano. Tra loro molti ucraini, ma tanti anche da Asia e Africa

Migration

di Sandro Franceschetti

Trentasei partecipanti di ben 6 nazionalità diverse. Ci sono bambini (da 10 anni in su) ragazzi e adulti dell’Ucraina, del Pakistan, del Bangladesh, del Marocco, di Cuba e del Senegal. Adesione straordinaria al corso di lingua italiana per stranieri decollato negli ultimissimi giorni a Orciano su iniziativa dell’amministrazione comunale di Terre Roveresche, in collaborazione con la Caritas diocesana e con l’Auser. Grazie, anche, alla fondamentale collaborazione della parrocchia, che ha messo a disposizione i locali dell’oratorio ‘Kolbe’ (sottostanti la chiesa di San Cristoforo) e delle insegnanti volontarie Alessandra, Valentina e Olena (quest’ultima italo-ucraina).

"Il corso – evidenzia l’assessore comunale alle politiche sociali, Lucia Borsini – concerne una prima alfabetizzazione per le persone arrivate di recente qui a Terre Roveresche e per altre che ci vivono da più tempo, ma che hanno avuto scarse occasioni di integrazione. Le lezioni si svolgono due volte a settimana: tutti i lunedì e i mercoledì, dalle 17 alle 19, e chi non è automunito usufruisce del trasporto gratuito messo in campo dai volontari dell’Auser". Borsini aggiunge: "Il numero altissimo di adesioni ci ha riempito di gioia ed è la prova eloquente che si tratta di un servizio importante. I più numerosi sono gli ucraini, appartenenti al gruppo di 35 profughi attualmente ospitati in case private e in alcune strutture comunali (alcuni di loro non partecipano perché in tenerissima età, ndr). Poi ci sono pachistani e bengalesi richiedenti asilo che vivono nel centro di accoglienza di Montebello e, ancora, alcune donne di Marocco, Cuba e Senegal. La più giovane è una bimba di 10 anni ucraina, il più grande una 65enne africana".

L’iniziativa si colloca all’interno del progetto ‘Apri, accogliere, proteggere, promuovere, integrare, la Comunità al centro’ della Caritas Italiana, finalizzata a creare migliori condizioni di integrazione per i migranti, rafforzando il loro percorso di autonomia e sensibilizzando le comunità all’accoglienza del prossimo. "Accoglienza significa creare l’inizio di una storia da raccontare – riprende Borsini –, costruire ponti e non muri. Quando allarghiamo le braccia i muri cadono. Questo corso – aggiunge – è anche un chiaro esempio di quanto sia fondamentale fare rete, tessere relazioni e concertare scelte fra enti e associazioni. A tutti i nostri partner va la gratitudine dell’amministrazione comunale".