Fano (Pesaro e Urbino), 25 settembre 2024 – Il suo cuore si è fermato all’improvviso. Tommaso Bisciari, 14 anni, è morto a scuola. Sapeva di essere fragile a causa di una malattia cardiaca congenita. Lo aveva scoperto tre anni fa e da due anni e mezzo era in lista di attesa per un trapianto di cuore all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Quel cuore, però, non è arrivato in tempo.
La tragedia si è consumata ieri mattina, poco prima delle 9, tra i banchi di scuola dell’istituto tecnico Olivetti di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, dove Tommaso frequentava il primo anno. È successo tutto in pochissimi minuti, nei quali sia il docente di informatica che per primo lo ha soccorso, sia il collega di scienze motorie hanno tentato di rianimare il ragazzo.
L’arrivo dell’ambulanza del 118 è stato rapidissimo, ma né il massaggio cardiaco, né il defibrillatore sono serviti a salvare Tommaso. In un attimo ha raggiunto la scuola anche la mamma, che ha assistito inerme ai disperati tentativi per salvare suo figlio. Tommaso era il secondogenito di una famiglia di cinque persone: mamma Laura Pierangeli, dipendente comunale, e papà Luca, bidello in un liceo pesarese. Il fratello maggiore Nicolò, 20 anni, ha saputo subito della tragica notizia. Con il più piccolo, 10 anni, hanno parlato al rientro da scuola, nel pomeriggio.
“Ci avevano detto di tenerci sempre pronti, perché il nuovo cuore per Tommaso poteva arrivare in qualsiasi momento in base alla disponibilità e alla compatibilità del donatore – racconta Luca Bisciari, il padre di Tommaso –. Era l’indicazione dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove mio figlio era in cura. Questa mattina (ieri, ndr) Tommaso era andato a scuola come sempre, lo aveva accompagnato mia moglie, che lavora lì vicino. Poco prima di perdere i sensi si erano sentiti, come facevano spesso al cambio dell’ora, tramite un messaggio sul cellulare. Nulla lasciava immaginare ciò che sarebbe accaduto, all’improvviso, poco dopo. Avevamo scoperto il problema cardiaco congenito tre anni fa, perché avevamo notato che Tommaso, quando andava in bici, aveva molto affanno. Da un controllo è emerso che le cellule del suo cuore erano più rigide del normale e per questo il cuore non pompava bene il sangue. Tommaso amava la tecnologia e aveva progetti per il futuro. Ci diceva che da grande avrebbe voluto fare il farmacista”.
Sotto choc l’intera scuola. “Eravamo in laboratorio quando abbiamo sentito un botto, siamo tutti corsi nel corridoio: il ragazzo era disteso a terra con a fianco la sua borraccia”. Forse era andato in bagno per riempire il contenitore di acqua e il malore lo ha colto in corridoio, mentre stava tornando in classe. “Gli insegnanti – raccontano gli studenti – ci hanno fatto rimanere in aula fino a quando l’ambulanza non si è allontanata dalla scuola”. “È stato un duro colpo per tutti – commenta un altro giovane –, io ho pensato a mio fratello più piccolo, qualcuno si è messo a piangere”. Una ragazza commenta: “I professori non ci hanno spiegato quanto era accaduto, c’è stato soltanto un passaparola tra di noi”. Vicinanza alla famiglia di Tommaso esprime il sindaco di Fano, Luca Serfilippi: “Oggi è una giornata di grande dolore per la nostra comunità”. All’ospedale Sant’Orsola, dove Tommaso era in cura, sono effettuati una media di cinque trapianti pediatrici l’anno. Nel 2023 ne sono stati eseguiti nove.