Fano, 6 giugno 2024 – Da alcuni giorni a Orciano non si parla d’altro che delle "sparizioni" avvenute in chiesa. Un fatto che ha scosso i fedeli della piccola comunità locale colpiti non tanto dal fatto in sé, quanto dal metodo e dalla confusione che si è creata. Perché lunedì scorso il parroco di Santa Maria Nuova, don Mirco Ambrosini, ignaro che qualcuno aveva riposto le due statue e altri manufatti artistici in cantina, aveva lanciato un allarme di furto. "Nel tardo pomeriggio il parroco ha dato l’allarme - ci riferisce un fedele - dicendo che erano sparite due statue, un crocifisso e un quadro dipinto da una parrocchiana. Come normale in un piccolo paese in cui ci si conosce tutti, ci siamo subito attivati con telefonate a amici e parenti per raccogliere più informazioni possibile…". La mensola su cui poggiavano le statue era stata riverniciata, la porta non mostrava segni di scasso, le opere più preziose erano al loro posto.
Dopo quasi due ore di ricerche si risolve il mistero. "Un pensionato che nel tempo libero si dedica a fare la guida turistica in paese - prosegue il racconto il fedele - spiega al presidente della Proloco di averle rimosse lui, collocandole nel deposito sotto la chiesa, con il benestare del sindaco. ‘Ripulita quasi tutta Santa Maria dal ciarpame accumulato negli anni’ scriverà poi su facebook". Apriti cielo. Anche perché il pensionato è uno studioso di Storia dell’Arte che non ha mai fatto mistero a nessuno di essere anticlericale e questo ha aumentato la percezione di fastidio dei fedeli.
"Ci siamo permessi di farlo perché la chiesa è di proprietà comunale - spiega il sindaco di Terre Roveresche Antonio Sebastianelli -. Quelle statue sono state spostate di sotto, in una stanza chiusa a chiave, dove sono conservati anche altri oggetti sacri. Lo abbiamo fatto perché da uno studio di don Silvano Bracci (autore di ricerche storiche e d’archivio e direttore della biblioteca diocesana di Fano) che è originario di Orciano, si evince che queste statue non erano appropriate al luogo cinquecentesco. Sono state spostate in un’ottica di riqualificazione storico-artistica di quel monumento nazionale. Il parroco potevamo avvisarlo? Forse sì". Da questa mancanza è nato il fastidio dei parrocchiani che non hanno apprezzato quella che ritengono un’invasione di campo. Tanto più che per il parroco la chiesa non sarebbe di proprietà comunale, ma della Curia. "Abbiamo documenti che lo certificano, li stiamo verificando".
Informato di tutto, il vescovo Andrea Andreozzi è lieto che non si sia trattato di furto. "E’ mancata un po’ di coordinazione nell’azione, ma mi pare solo un malinteso, che ci porterà a capire bene di chi sono le proprietà. Lo faremo con tranquillità nei prossimi giorni e poi ognuno avrà il suo diritto di agire. C’è però anche un terzo attore da considerare: i beni artistici non si possono spostare senza l’autorizzazione della Soprintendenza".
Tiziana Petrelli