Fano (Pesaro-Urbino), 13 maggio 2020 - E’ una onlus Africa Milele. Ma nel registro delle Agenzie delle Entrate delle Marche, come associazione onlus, fino a ottobre 2019 non compariva. Esiste solo una richiesta al Fisco dell’anno scorso di entrare nell’elenco. Non esiste nel registro della prefettura di Pesaro e Urbino come fondazione o associazione con personalità giuridica né in Camera di commercio come società o simili. Funziona il sito, quello sì, e sono stati pubblicati gli ultimi bilanci, come il 2018, quando partì Silvia Romano per il Kenya. Alla voce rimborsi spese ai volontari c’è 0. Ma in fatto di assicurazioni esisteva una polizza per il costo di 156 euro. Cosa coprisse non è chiaro, a occhio è poco per tutto. Il bilancio si è chiuso con 55.955 euro di spese a fronte di 55.629 euro di entrate. I soldi se ne sono andati per buona parte in costi per "sostegno progetti e attività".
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C’è un rimborso "voli", probabilmente quello di Silvia, per 1.743 euro. Sono entrati invece 10.761 euro di erogazioni liberali, 8000 euro di raccolta fondi, 22mila con progetti a distanza, e 4.258 euro col 5x1000. Poi altre donazioni liberali. La sede dell’associazione è a Falcineto di Fano, una casetta a schiera rossiccia in mezzo ai campi di grano, a dirimpetto a villette a un piano con piscine gonfiabili esterne. Il campanello della sede funziona, ma a rispondere sono due cani che non hanno alcuna voglia di capire.
La presidente Liliana Sora di 42 anni esce indispettita, dice qualcosa ai cani, e richiude la porta. I molossi rimangono a fare la guardia. Il passo è ostruito. Poi arriva anche la Digos chiamata per allontanare i giornalisti. Ripiegando sui consiglieri dell’associazione, compare Daniela Galanti, giovane moglie del deputato M5s di Fano, Roberto Rossini. Al telefono dice: "Come sarebbe a dire che non esiste l’associazione onlus nel registro dell’Agenzia delle Entrate? Io stessa seguo l’amministrazione e nessuno mi ha comunicato variazioni. Forse è un equivoco". Poi aggiunge: "Il Ros dei carabinieri ha interrogato tutti noi dell’associazione nel novembre del 2018, subito dopo il rapimento di Silvia. E abbiamo spiegato con i documenti che eravamo in regola. Non abbiamo niente da farci perdonare su Silvia. Leggo che la famiglia ci accusa di averla mandata allo sbaraglio in Africa. Non è giusto dirlo, anzi è falso. Abbiamo incaricato un legale per tutelarci. Vuol dire che la famiglia ha bisogno di prendersela con qualcuno".
La moglie del deputato aggiunge: "Non è vero che mio marito possa aver agevolato l’associazione. Ha solo presentato due interrogazioni alla Camera sul rapimento di Silvia e niente altro. Non abbiamo avuto fondi pubblici né stipendi. Nessuno percepisce un soldo, nemmeno la presidente. Non conosco Silvia né giudico la sua conversione. Mi aspetto però che ci chiami".
(ha collaborato Tiziana Petrelli)