Fano, 14 novembre 2024 – C’è una vedova nera di rabbia. Un tradimento scoperto dopo il funerale. Un’amante di cui vendicarsi portando le foto hard sul posto di lavoro della rivale. E infine un buco nel muro della cantina, da cui spuntano fuori parecchi cimeli hot del compianto marito scomparso all’improvviso, inconfutabili prove di anni e anni di infedeltà venute alla luce solo dopo l’improvvisa dipartita. E’ la storia di cui si è discusso ieri davanti al gip di Pesaro e che è costata una condanna a 6 mesi e 6 giorni di reclusione e 2222,22 euro di multa nei confronti della vedova tradita, difesa dall’avvocato Pia Perricci, accusata del reato di “vendetta pornografica” nei confronti dell’amante del marito defunto. Ma andiamo con ordine.
A maggio del 2022 una 63enne fanese, infermiera, riceve una terribile telefonata da parte dei carabinieri che hanno trovato il corpo senza vita del marito nel bagno di un fast food. L’uomo, anche lui dipendente nel campo della sanità, era fuori città per assistere a un concerto ma è stato colto da un malore fatale. Seguono giorni, settimane e mesi di immenso dolore per la perdita. A un certo punto la donna decide di mettere ordine tra le cose del marito e scende in cantina dove, dietro a un mobile, trova un buco nella parete. Il suo primo pensiero va alla necessità di chiamare i muratori per sistemare il muro, il secondo pensiero va al verificare se dentro ci fosse per caso nascosto qualcosa. E qualcosa in effetti c’era.
La donna ha infilato la mano nel foro e da lì sono saltati fuori sex toys, intimo hot e soprattutto foto e video scabrosi che ritraevano peripezie amorose proibite tra l’uomo e l’amante storica, dipendente di un ente pubblico. Già una quindicina di anni prima la dipendente aveva avuto una relazione con il marito dell’infermiera fanese ma la separazione tra marito e moglie era stata scongiurata dalla dichiarazione di un sincero pentimento da parte di lui.
Che poi evidentemente negli anni aveva iniziato a pentirsi un po’ meno e riprendere il filo interrotto di quella relazione proibita. Ed è a questo punto che la donna, nell’aprile dell’anno successivo alla morte del marito, ha deciso di restituire al mittente i cimeli del peccato.
La moglie ha stampato 8 fotografie in bianco e nero su 2 fogli in formato A4 (4 fotografie per foglio) e, dopo averli imbustati in busta bianca con scritto l’indirizzo dell’ufficio in cui lavora l’amante, li ha depositati in modo anonimo nel luogo di lavoro di quest’ultima diffondendo le prove della relazione clandestina.
Ieri in aula erano presenti sia la moglie vedova che l’amante. La scoperta del tradimento, ha commentato l’avvocato Pia Perricci “ha causato un dolore profondissimo oltre che delusione e rabbia. Presa dall’impeto ha consegnato tutta l’oggettistica alla donna in questione ma non era certamente nelle sue intenzioni farle del male, al punto tale che immediatamente ha richiesto di chiudere questa triste vicenda con un patteggiamento facendosi aiutare con un supporto psicologico per affrontare non solo il dolore del lutto ma anche quello del tradimento. Siamo in presenza di una donna distrutta e ferita che ha posto fine immediatamente ai suoi comportamenti, comprendendo che l’unico responsabile del tradimento era il marito defunto, al punto tale che anche i giudici hanno compreso la non pericolosità della mia cliente vista l’esiguità della pena concordata”.