Fano, 9 novembre 2024 – “L’ho afferrato nel momento esatto in cui quel ragazzo si è lasciato cadere nel vuoto”. È il racconto ancora carico di emozione di Massimiliano Falso, assistente capo della volante del commissariato di Fano che, alcuni giorni fa, poco prima di mezzogiorno, ha strappato alla morte un 25enne nato in Italia da genitori stranieri, che aveva deciso di farla finita gettandosi oltre il guard rail del Ponte Metauro, in zona Metaurilia.
Il poliziotto, al momento del salvataggio, stava andando al lavoro in macchina. “Era destino che fossi lì in quel momento – racconta Massimiliano -. Avevo deciso di percorrere un’altra strada poi all’ultimo ho cambiato idea”.
Con la coda dell’occhio il poliziotto ha visto quel giovane, residente a Fano, seduto a cavalcioni sopra il guard rail, la sua bici era parcheggiata poco lontano. Ha subito intuito il pericolo. “Ho cercato di attirare la sua attenzione – racconta -. Gi ho detto di stare tranquillo e intanto mi avvicinavo. Lui si è girato prima verso di me, poi verso il fiume dove in quel momento c’era una forte corrente. Nel momento esatto in cui ha alzato l’altra gamba per gettarsi di sotto mi sono messo a correre verso di lui. L’ho afferrato con le braccia sotto il costato e lui si è lasciato andare a peso morto. A fatica mi sono sporto anch’io dal guard rail e mi sentivo portare giù. Ho puntato i piedi facendo leva sul guard rail e sono riuscito a tirarlo indietro. Avrebbe fatto un volo di circa quindi metri e sarebbe finito nel fiume. La corrente, che in quel momento era molto forte, non gli avrebbe lasciato scampo”.
Una volta fuori pericolo l’emozione ha preso il sopravvento. “Mi ha abbracciato forte, piangendo, per alcuni minuti – racconta il poliziotto -. Ci siamo messi seduti a parlare vicino alla strada e mi ha raccontato la sua storia. Ha perso la mamma durante il Covid e lui stesso recentemente ha avuto problemi di salute. Vive da solo con il padre che è l’unico che lavora”.
Il giovane è stato poi portato in ospedale per le cure e il supporto psicologico. L’assistente capo Massimiliano Falso lavora sulla volante e quindi, quotidianamente si trova sulla strada. Da quel punto di osservazione ha notato “una crescente solitudine, in particolare tra i giovanissimi. Vedo ragazzi sempre più fragili in giro per le strade”. E i contatti, tra il giovane e il poliziotto, si sono protratti anche nei giorni seguenti. “L’ho incontrato di nuovo, più volte. L’ho visto sereno e mi ha detto di aver superato quel brutto momento di fragilità”.