di Sandro Franceschetti
Poesia del Duce letta al convegno, senza citare lo ‘scomodo’ autore. Uno dei presenti la riconosce e il giorno dopo scoppia la polemica. Tutto nasce mercoledì sera: a San Vito sul Cesano, frazione di San Lorenzo in Campo, è in corso la conferenza ‘Il pane comune’, uno degli appuntamenti che culmineranno domenica con la riaccensione del forno comune, spento da 70 anni e restaurato; un successo, con autorevoli relatori e oltre cento persone tra il pubblico. A un certo punto una delle volontarie dell’associazione ‘San Vito Giovani’, organizzatrice dell’evento, legge ‘La preghiera del pane’, poesia scritta da Benito Mussolini e pubblicata la prima volta sul ‘Popolo d’Italia’ il 25 marzo 1928. Proprio per tenere lontane polemiche ‘politiche’ la lettrice, Sara Peruzzini, evita di dire che quei versi sono del Duce, ma fra più di cento persone ce n’è una che li identifica.
E’ il consigliere comunale di minoranza di centrosinistra Bruno Montesi, il quale fa un post Facebook e poi commenta al nostro giornale: "Ben riuscita a San Vito la serata sul pane, ma leggere quella poesia si poteva e si doveva evitare. E’ stata una cosa altamente inopportuna e qui mi fermo". Molto dispiaciuta di questo strascico, ma assolutamente convinta della bontà del suo operato, la Peruzzini: "L’ho fatto e lo rifarei" afferma con decisione e poi spiega: "Uno dei nostri relatori, il mastro fornaio Evangelista Torcellini, ci aveva detto che tanti anni fa una sua amica di Roma, sapendo che lui era un panificatore, gli aveva regalato un manoscritto di Mussolini con la sua poesia dedicata al pane. Ce l’ha mostrato e poiché il testo riflette il lavoro e il sacrificio necessario per arrivare a produrre una pagnotta, ed era quindi in perfetta linea col nostro convegno, abbiamo deciso di leggerla, omettendone però l’autore perché le idee politiche non c’entrano niente con la nostra associazione. Del resto, io non mi sono mai occupata di politica e comunque sono agli antipodi rispetto a Mussolini".
Sulla stessa lunghezza d’onda la presidente dell’associazione Marilena Fossi: "Nella nostra realtà di volontariato la politica non è mai entrata e ci dispiace che si sia voluta innescare questa polemica. Nell’ambito del convegno le parole della poesia ci stavano bene e per questo ne abbiamo approvato la lettura". Ma cosa dicono esattamente questi versi? "Amate il pane cuore della casa e profumo della mensa gioia dei focolari. Onorate il pane gloria dei campi flagranza della terra festa della vita. Rispettate il pane sudore della fronte orgoglio del lavoro poema dl sacrificio. Non sciupate il pane ricchezza della patria il più santo premio alla fatica umana". Insomma, nulla di sconveniente, a parte la firma, non citata, con il sindaco Dellonti, comunque, cauto: "Non conoscevo questa poesia e non sono un cultore di quell’epoca. Se fosse capitato a me e avessi saputo chi era l’autore non l’avrei letta".