Gli archeologi alla ricerca del "cardo maximus", la strada che attraversava la città romana da nord a sud e che oggi passerebbe al centro di piazza Costa, nel tratto tra la pescheria e la pizzeria Mc Kenzie, proprio dove sono in corso i lavori. La decisione è stata presa dopo il sopralluogo di mercoledì tra il Comune e la Soprintendenza, presente anche la funzionaria archeologa Ilaria Venanzoni. "Si faranno alcuni saggi – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Gianluca Ilari – ad una profondità di circa un metro". Sondaggi che allungheranno solo di qualche giorno la chiusura del cantiere: "La gettata di cemento – ha chiarito Ilari – è prevista per il 15 settembre, seguirà la pavimentazione delle due aree già completate dove speriamo di riuscire a trasferire tutti gli ambulanti".
Si cerca di liberare la terza area di cantiere, quella tra via Arco d’Augusto e via Montevecchio, che non essendo mai stata indagata potrebbe riservare sorprese per quanto riguarda i resti romani. In tale zona, infatti, sembra insistesse il giardino annesso al convento di San Daniele, abbattuto nel 1910. "Per il Comune la priorità è portare a termine i lavori – ha confermato il sindaco Luca Serfilippi – anche se da parte nostra c’è la piena disponibilità ad accogliere le indicazioni della Soprintendenza". "E’ assurdo che ci accusino di andare troppo in fretta – aggiunge Ilari – solo perché siamo riusciti a ottimizzare la logistica". Ilari e Serfilippi ricordano che "i lavori in piazza Costa, realizzati con fondi Pnrr, devono essere terminati e rendicontati entro il 2026, pena la perdita del finanziamento". Se ciò avvenisse il Comune dovrebbe sborsare di tasca propria quasi 2milioni di euro. "E’ nostra responsabilità – ribadiscono gli amministratori – chiudere il cantiere".
Alle accuse di scarsa sensibilità verso il patrimonio archeologico cittadino, sindaco e assessore ricordano che inizialmente per "la sorveglianza archeologica erano stati stati previsti solo 30mila euro ai quali la precedente amministrazione ne aveva aggiunti 150mila. Noi ne abbiamo messi altri 200mila per un totale di 380mila". A quanti spingono per scavi più approfonditi, gli amministratori replicano: "Il cantiere non si fermerà e rispetterà il cronoprogramma. Piazza Costa non è uno scavo di esplorazione archeologica, si sta realizzando un’opera pubblica. Ciononostante, tutti i rilievi effettuati su indicazione della Soprintendenza saranno a carico dell’amministrazione".
Anna Marchetti