La Soprintendenza alla ricerca delle risorse per l’esame del Dna dell’"Abbraccio di Fano", i resti della mamma con il suo bambino appoggiato sul petto, riemersi in piazza Costa lo scorso febbraio. Dopo mille anni, i due scheletri sono stati ritrovati nella prima area di scavo, tra la pescheria e il Bello e la Bestia, mentre nella seconda zona (quella dalla pescheria verso via Montevecchio), dove si sta lavorando attualmente, sono state portate alla luce altre sepolture: si parla di 4-5, oltre a degli ossari. Scheletri che, catalogati e custoditi in cassette, sarebbero pronti per essere trasferiti, quando arriverà l’ordine della Soprintendenza, al cimitero di Rosciano, individuato dall’Amministrazione comunale per accogliere i resti umani.
Oltre alle sepolture, sarebbero emerse strutture di epoca romana e un edificio a forma absidale con pavimentazione in coccio-pesto. Pare difficile invece che si possano recuperare i resti del ‘cardo’ romano, probabilmente distrutto agli inizi del ‘900 durante la sistemazione dell’impianto fognario sottostante. I lavori in questa seconda area di scavo sono quasi terminati e l’assessore ai Lavori pubblici Gianluca Ilari non sembra intenzionato a cambiare il programma, nonostante l’appello al Comune di quasi 200 persone che chiedono di "non chiudere in fretta il cantiere". "Piazza Andrea Costa è un progetto di riqualificazione e non un sito archeologico – commenta l’assessore Ilari –. Se durante gli scavi la Soprintendenza ci avesse segnalato qualcosa di veramente rilevante da bloccare il cantiere, lo avremmo fatto così com’è avvenuto nella prima area di scavo".
In linea con Ilari le associazioni di categoria. "A salvaguardare il patrimonio storico-artistico della città, a cui tutti teniamo, ci pensa la Soprintendenza – commenta la presidente di Confcommercio, Barbara Marcolini –. Noi ci occupiamo della tutela degli imprenditori (ambulanti, commercianti ed esercenti della pescheria) che operano sulla piazza: gente che si alza alle 4 della mattina e fa un mestiere molto duro".
"Nessuno vuole mettere la testa sotto alla sabbia, ma le valutazioni sui ritrovamenti avvenuti in quell’area – aggiunge Matteo Radicchi, direttore di Confesercenti Fano – spettano ai tecnici, noi ci interessiamo degli operatori e di difendere la loro economia". Intanto l’altro ieri c’è stato un primo colloquio tra l’assessore Ilari e l’ex ispettore della Soprintendenza Gabriele Baldelli, tra coloro che stanno portando avanti la battaglia sull’area archeologica di piazza Costa. "Ci incontreremo – fa sapere Baldelli – a fine agosto. Intanto il nostro appello ha avuto riscontro tra tantissime persone, tra cui soprintendenti e docenti delle università di Bologna e Macerata".
Anna Marchetti