"Un altro albero impietosamente abbattuto per fare posto alla mega pista ciclabile del campo d’aviazione (stralcio della ciclovia turistica del Metauro, promossa dalla Regione Marche): sdegno tra coloro che frequentano l’area". A denunciarlo è l’associazione La Lupus in Fabula: "Questa volta a fare le spese della considerazione che hanno le nostre amministrazioni per gli alberi è stato un prugnolo di 5 metri di altezza, perfettamente sano, nato spontaneamente da vari anni al campo d’aviazione, che ha avuto l’arroganza di non spostarsi davanti alle ruspe. In quell’area di almeno 4-5 ettari, in cui si sta scavando per la pista ciclabile, ci sono in tutto 5-6 alberi sparsi: sarebbe stato facile individuare un tracciato che evitasse abbattimenti ma non è stato fatto. E’ chiaro che il patrimonio arboreo di una città non dipende da un prugnolo in più o in meno ma è il principio che interessa. Anche quando ci sono soluzioni alternative, a costo zero o addirittura migliorative, si sceglie di abbattere gratuitamente una pianta perché non gli si riconosce alcun valore".
E ancora La Lupus in Fabula: "Ingegneri e architetti quando progettano opere pubbliche si limitano a tracciare solo delle righe sul pc o fanno due passi sul terreno in cui intervengono per vedere cosa c’è già? E se ci sono delle piante riescono a vederle in funzione della progettazione o prevale quella che il botanico Stefano Mancuso chiama ‘cecità vegetale’?. ‘Come umanità rappresentiamo – ha spiegato il professor Mancuso in suo recente intervento a Pesaro – lo 0,01 della vita del pianeta contro l’87% delle piante....C’è una gerarchia del vivente che vede le piante dividersi l’ultimo posto della piramide con i sassi e gli oggetti inanimati’. Le nostre amministrazioni continuano ad invitare il professor Mancuso per poi ignorare le sue parole quando si tratta di fare scelte concrete per la gestione del territorio. Fino a quando il comune continuerà a realizzare delle opere pubbliche o darà il suo assenso a progetti di altri enti senza avere nel proprio organico un agronomo o un dottore forestale che possa esprimere il suo parere sui progetti e dare indicazioni per la salvaguardia del verde?".
Critiche anche sulle dimensioni della pista ciclabile: "Le norme prevedono una larghezza minima di 2,50 metri per una ciclabile a doppio senso e allora perché costruire - si chiedono gli ambientalisti – un’autostrada ciclabile’ di oltre 4 metri? E lungo questa mega pista ciclabile saranno piantati alberi o si lascerà che il povero ciclista si cuocia sotto il sole estivo a 35 gradi?".
an. mar.