ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Si ricovera in ospedale, derubato di 675 euro

Fano, l’uomo aveva lasciato tutto nella cassaforte del reparto di Cardiologia. Due settimane dopo, l’ammanco. La direzione l’ha interamente risarcito. L’azienda sanitaria ha aperto un’indagine interna

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L'ingresso dell'ospedale Santa Croce di Fano (immagine di repertorio)

Fano, 3 dicembre 2024 – Il portafoglio del paziente scompare dalla cassaforte del reparto di Cardiologia ma l’ospedale gli restituisce tutto il denaro. E’ quanto accaduto al Santa Croce di Fano dove F.E., un paziente ricoverato, lo scorso 27 settembre aveva affidato al personale del reparto, per essere custodito in cassaforte, il proprio portafoglio con 675 euro dentro, tutto quello che aveva. F.E. è un paziente con poche risorse, solo e senza parenti ma con un amministratore di sostegno che provvede alle sue esigenze pratiche. E infatti la delicatezza di quel portafoglio era stata anche menzionata nel diario clinico presente nella cartella del paziente dove era stato annotato “… 27/9 ingresso da alta intensità…. in cassaforte ci sono 675 € del pz NOTA BENE!!! …”).

Ma appena due settimane dopo gli operatori del reparto si sono accorti che quel portafoglio era misteriosamente scomparso. L’11 ottobre la coordinatrice infermieristica del reparto di cardiologia e terapia intensiva è andata alla stazione dei carabinieri di Fano a formalizzare la denuncia. Il 5 novembre anche l’amministratore di sostegno del paziente ha scritto una mail all’ospedale denunciando “formalmente l’incresciosa sparizione del portafoglio e del contenuto, tra cui la somma contante di 675 euro. Il portafoglio era custodito nella cassaforte. E’ evidente l’interesse di rientrare in possesso di quanto sottratto”.

L’avvocato amministratore di sostegno, con la mail, anticipava di voler sporgere a sua volta denuncia per l’accaduto salvo “salva pronta assunzione da parte dell’azienda ospedaliera della responsabilità” dell’accaduto con l’impegno a restituire tutta la somma. L’avvocato evidenziava anche che il danno subito dal paziente era ancor più grande rispetto al valore economico della somma viste le condizioni di degrado sociale e la mancanza di una rete parentale disposta a farsi carico delle sue esigenze.

E così, senza aspettare l’esito dell’indagine interna che accerterà le eventuali responsabilità, la direzione medica ha deciso di restituire tutto il denaro sottratto. “Anche per evitare eventuali ulteriori aggravi economici e danni di immagine”, come si legge nella determina del direttore generale del 27 novembre che autorizza al rimborso.