
Luana Vitali (a sinistra) e Vanna Perelli con il resto del personale di ostetricia
Fano (pesaro Urbino), 1 dicembre 2017 - In oltre 40 anni di attività si sono prese cura di 10mila bambini. L’ostetrica Vanna Perelli ne ha fatti nascere 4.500, la puericultrice Luana Vitali ne ha accuditi ben 6 mila: sono due colonne del Santa Croce che a fine anno andranno in pensione. Due signore, l’una vive a Montemaggiore, l’altra a Fossombrone, che hanno contribuito, con il loro percorso professionale, a dare lustro all’ospedale di Fano: hanno accompagnato migliaia di donne nella fase più delicata della loro vita, la nascita di un figlio e nei giorni immediatamente successivi, quando s’impara a prendersene cura. Due strade diverse che si incontrano nel 1997 quando al Santa Croce, dove già operava Luana Vitali, è arrivata Vanna Perelli, dopo un lungo periodo all’ospedale di Sassoferrato, Senigallia e Fossombrone. «Abbiamo lavorato sempre insieme, in armonia – raccontano le due signore – senza mai uno scontro verbale».
«Questo è un mestiere in cui si opera in équipe – sottolinea Vanna – e si condividono momenti felici e meno». Per loro non è stato solo un lavoro, ma una scelta consapevole: «Ho deciso a sei anni – ricorda Vanna – che avrei fatto questa professione quando, andando all’ospedale di Pergola con mia madre a trovare il figlio di un parente appena nato, fui colpita dalla figura dell’ostetrica. Ho preso il diploma di maestra d’asilo, quello di stenodattilografa, ma poi ho deciso che avrei fatto i 5 anni della Scuola di Ostetricia, oggi Università, l’ho comunicato ai miei genitori e così è stato: per me la sala parto è stata una droga». «Ho sempre affrontato con entusiasmo il mio lavoro – aggiunge Luana – quasi senza fatica. Ricordo ancora l’emozione del primo bagnetto».
In tanti anni di attività è cambiato l’approccio dell’ospedale con le future mamme e il rapporto di queste con i loro neonati. Vanna e Luana ne sono state testimoni, anzi alcune innovazioni le hanno introdotte proprio loro. Una di queste è il parto in acqua: «Non avendo le vasche, si usano le docce come preparazione al parto, così come abbiamo introdotto l’uso del taglio del funicolo da parte dei papà». Cambiamenti importanti di cui le due signore sono state testimoni anche nei tempi di degenza in ospedale, oggi ridotti a 2 giorni per il parto naturale e 4 per il cesareo, contro gli 8 e i 15 giorni di un tempo. «Non solo: una volta le donne – ricorda Vanna – nei primi due giorni dopo il parto non si alzavano dal letto, oggi non esiste». «I neonati – aggiunge Luana – passavano molto tempo al nido, oggi sono attaccati al seno della mamma già in sala parto e rimangono in camera con loro per la maggior parte del tempo». «Quello che conta – sottolineano entrambe – è il rapporto di fiducia che si riesce a creare con le mamme, durante il parto e dopo la nascita dei bimbi». Mamme che possono contare sul sostegno del personale, da quando entrano in Ostetricia sino al momento delle dimissione: «Prima che lascino il reparto le riunisco – conclude Vanda – insieme ai papà per gli ultimi consigli». Ma il momento più bello per Luana (mamma di due figli maschi, uno avvocato e l’altro dentista, e nonna) e Vanna (madre di un’avvocatessa) è quando le fermano per strada, anche dopo anni, per ringraziarle di aver fatto nascere, e di essersi prese cura, di figli e nipoti.