Fano, 19 febbraio 2019 - Federico Carloni, 39 anni, ragioniere nello studio di un commercialista, laureato in Economia e commercio, fanese. Giovedì scorso la madre lo ha trovato, pochi minuti dopo le 5 del mattino, rantolante nel letto della sua casa di Fano. Il cuscino era insanguinato, lui incosciente, si è svegliato per il dolore solo quando i sanitari lo hanno messo sulla barella. Aveva ambedue le spalle lussate e anche una frattura dell’osso (l’acetabolo) vicino al bacino, lato destro. Il sangue del cuscino proveniva probabilmente da una emorragia nasale. Il 39enne era andato a letto alle 23 circa e si era svegliato alle 2,24 per andare in bagno (ricorda l’ora precisa perchè ha guardato l’orologio). La Procura ha aperto un fascicolo ed ha già dato incarico a un medico legale per farsi spiegare cosa possa essere successo.
Federico, da tre giorni ormai la gente parla del suo caso. Cosa le è successo?
«Non lo so. Ho un buco dalle 2,24 quando mi sono alzato al momento in cui mi sono svegliato dal dolore mentre i sanitari del 118 mi mettevano in barella».
Lei ha ambedue le spalle lussate e la frattura di un osso tra femore e anca, e non sa come è successo tutto questo?
«Non lo so».
Ma i medici, per ora, cosa le stanno dicendo?
«Un’ ipotesi è che abbia avuto una crisi epilettica, che mi abbia causato la lussazione di ambedue le spalle».
E il bacino?
«In quel caso potrei aver colpito violentemente qualcosa di duro con la gamba destra. Io ho il letto attaccato al muro, e spesso punto il piede su un termosifone lì vicino per tirarmi su, è comodo, faccio così da anni».
Ma lei ha mai sofferto di crisi epilettiche?
«Mai. A breve dovrà visitarmi un neurologo, per verificare se si sia trattato di questo. Anche perchè vorrei che non ricapitasse di nuovo quello che mi è successo».
Le ore prima di quella notte: qualche evento particolare, nella sua vita?
«Guardavo una partita di volley, sul telefonino, poi sono andato a letto: ero stato al lavoro come al solito. Cena e poi pigiama».
Lei beve, fuma, si droga?
«No, nella maniera più assoluta».
I carabinieri l’hanno interrogata, sia lei che i suoi genitori. Temevano, all’inizio, che qualcuno l’avesse picchiata....
«Sì, ma all’ottava volta che mi dicevano: ci dica dov’è andato e chi l’ha menata, non sapevo più cosa ripetere».
Lei è sonnambulo? Soffre di incubi?
«Nessuna delle due, chiedete a mio fratello, abbiamo dormito insieme per 37 anni». Problemi di ossa fragili?
«Finora no. Solo le cartilagini delle ginocchia ma perchè da bambino giocavo sul cemento».
E’ entrato qualcuno in casa vostra quella sera?
«I portafogli di tutti sono rimasti tutti dov’erano, serrature intatte».
Perdoni la domanda diretta: il suo è un suicidio fallito?
«Prima avrei chiamato le telecamere (ride, ndr). Ma poi, se mi fossi buttato dalla finestra, come sarei tornato in camera mia?».
Carloni ha messo un post sul suo profilo Fb in cui parla del suo caso, ottenendo oltre 100 mi piace, e tante manifestazioni di solidarietà dagli amici. Ringrazia tutti.