TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Quella coppia perfetta: Luisa e Giuseppe, insieme da 50 anni. Il figlio? "Bravo ragazzo"

Il ritratto della famiglia che abitava nella bifamiliare nel ricordo dei vicini "Lui spesso nelll’orto, lei stendeva i panni: avevano festeggiato le nozze d’oro lo scorso febbraio". E Luca? "Non mi pareva depresso, ai genitori era legato"

Fano, 25 giugno 2024 – Cinquant’anni di matrimonio festeggiati lo scorso febbraio, con i figli e i nipoti. Una vita intera passata insieme quella dei coniugi Luisa Marconi e Giuseppe (detto Giorgio) Ricci, lei casalinga dedita alla famiglia e lui falegname in pensione. Da quell’amore sbocciato in gioventù e mai entrato in crisi, sono nati due figli, Orietta e Luca, che gli hanno dato in tutto tre nipoti, due femmine e un maschio. Ieri la tragica morte: uccisi nella casa che avevano perso all’asta (video). 

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E’ stato il figlio Luca, operaio metalmeccanico che compirà 50 anni il prossimo 3 luglio, a lanciare l’allarme ieri mattina chiamando i pompieri per entrare nell’appartamento dei genitori che abitavano al piano di sotto. O meglio. Quella casa al civico 127 di via Fanella che ha anche un ingresso sul retro in via Antonio Guarnieri (quartiere Fano 2), era stata divisa in due abitazioni quando Luca si è sposato, per far spazio alla famiglia che aveva costruito con la moglie (da cui si è separato) e i loro figli, un ragazzo oggi di 17 anni e una ragazza di 14.

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Omicidio a Fano, in via Fanella: le vittime sono Luisa e Giuseppe (detto Giorgio) Ricci. Il figlio Luca (a sinistra) a lungo interrogato
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Quando nel 2018 quel matrimonio è finito, Luca si era trasferito di sotto con i genitori, per poi risalire nell’appartamento al civico 125b quando qualche anno fa l’ex moglie si è rifatta una vita e si è trasferita coi figli a Fossombrone.

“Erano bravissime persone - racconta una vicina di casa degli anziani uccisi -: lui molto disponibile, lei pure. Lei una di quelle classiche signore che quando sentono un rumore escono di casa a rendersi conto di quel che accade. Gente tranquilla, attaccata alla famiglia. Per i nipoti e i figli facevano di tutto, anche aiutarli economicamente nelle difficoltà".

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“La mattina li vedevo sempre nell’orto - aggiunge un altro vicino, Mirko Barduagni, che divide una parete con la casa dei Ricci -, lui a zappare e lei a stendere i panni. Si sentivano. Stamattina invece un gran silenzio. Sono partito di casa alle 7.45 per fare dei giri, mia moglie alle 8. Sono rientrato quando hanno trovato i corpi alle 8.30. Da lontano ho visto i pompieri e la polizia davanti casa. Ho avuto paura fosse successo qualcosa ai miei figli, di 12 e 18 anni. Quando mi hanno detto che erano morti i miei vicini, ho pensato ad una fuga di gas".

A Fano il ritrovamento dei cadaveri dei due coniugi poi l'inizio delle indagini e dei rilievi da parte della polizia (Foto Petrelli)
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Poi Luca è stato portato in questura, a Pesaro, dove è stato a lungo interrogato dagli agenti fino a tarda sera.

"Non ho idea di cosa sia successo - prosegue Mirko - siamo cresciuti insieme e usciamo ancora insieme. E’ un ragazzo bravo, buono, tranquillo, assolutamente non violento. Un bravo padre che nel limite del possibile non ha mai fatto mancare nulla ai figli. Si è separato dalla moglie, ma erano rimasti in buoni rapporti perché non gli puoi voler male a Luca. Non mi è mai sembrato una persona depressa, nonostante i problemi. Con i genitori era molto legato. Però vai a sapere a volte cosa scatta nella testa delle persone. Alla fine nessuno lo sa cosa succede nelle famiglie".

Chi conosce bene Luca è unanime nel descriverlo come un ragazzone, sempre solare e amichevole con tutti. "Io l’ho chiamato a lavorare per me perché lo conosco come persona molto calma - racconta ad esempio il personal trainer Giulio Giustiniani, che gestisce gli addetti alla sicurezza che lavorano alle sfilate del Carnevale - Sempre educato, sempre presente e preciso, una brava persona che non mi ha mai creato problemi. Non avrei mai detto – aggiunge sempre Giustiniani – una cosa del genere. Ho conosciuto Luca in palestra: l’ho sempre visto che stava da solo, faceva pesi ma non era di quelli fissati della forma fisica o dei muscoli".