di Anna Marchetti
Il Comune dice no all’impianto di accumulo energetico da 175 MW, proposto dalla società Bess Fano srl che dovrebbe sorgere a Torno, non lontano dalla centrale elettrica di Carrara. "Un’area attualmente destinata – fanno notare dal Comune – a coltivazioni agricole tradizionali di pregio e questo rende l’intervento non compatibile con il contesto agricolo-produttivo e paesaggistico locale. L’impianto destinato all’immagazzinamento elettrochimico di energia e al collegamento con la rete nazionale tramite la stazione Terna a Carrara, ha suscitato numerose perplessità tra gli uffici tecnici e l’amministrazione comunale. Nonostante l’importanza riconosciuta a livello nazionale dei sistemi di accumulo per la gestione delle fonti di energia rinnovabile non programmabili, quali il fotovoltaico e l’eolico, il Comune ha sollevato serie preoccupazioni in merito all’impatto che questo impianto potrebbe avere sul territorio, in particolare sull’ambiente, il paesaggio rurale e il suolo agricolo".
E ancora: "Dagli uffici competenti del Comune sono emerse carenze documentali nelle integrazioni fornite dalla società proponente. Tali mancanze riguardano soprattutto la valutazione degli impatti ambientali e paesaggistici, inclusi gli effetti acustici, l’inquinamento luminoso ed elettromagnetico, nonché la mancanza di misure di mitigazione e compensazione". "Questo tipo di impianto – commenta il vice sindaco Loretta Manocchi – comporterebbe una trasformazione inaccettabile del paesaggio rurale, con un consumo del suolo agricolo prezioso e una riduzione della capacità produttiva alimentare del nostro territorio. Si tratta di una scelta che riteniamo non sostenibile per il futuro del settore agricolo, e per questo ci opponiamo con forza".
Il parere negativo espresso dalla giunta Serfilippi è stato inviato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ed è stata chiesta "una revisione del progetto e una valutazione più approfondita dell’impatto che l’opera avrebbe sul territorio e sull’economia agricola locale". A sollevare la questione a marzo di quest’anno era stato il comitato cittadino "Uniti contro la centrale" preoccupato che Carrara "si possa trasformare in una zona industriale. Queste strutture (super batterie alte fino a 7 metri) vanno realizzate nelle zone industriali, non in quelle agricole da sempre vocate alla coltivazione. Il nostro territorio non è in vendita". E già in quella occasione il comitato chiedeva l’intervento dell’allora sindaco Seri e della giunta di centrosinistra.