ANNA MARCHETTI
Cronaca

M&Co, addio dopo 26 anni: "È come perdere un figlio"

La boutique, tra le più longeve del centro storico, abbassa le serrande. La titolare: "Decisione sofferta, ma le spese erano ormai insostenibili".

Roberta Biagiotti con la figlia Cecilia Mazzi

Roberta Biagiotti con la figlia Cecilia Mazzi

Fano, 10 ottobre 2024 – "Una decisione che ho preso a malincuore e che mi fa molto male, ma non era possibile andare avanti". Le lacrime spezzano le parole di Roberta Biagiotti, titolare di M&Co., il negozio di abbigliamento che chiuderà definitivamente, dopo 26 anni, a dicembre. Hanno colpito i cartelli, comparsi alcuni giorni fa sulle vetrine dell’attività di corso Matteotti 71, che ne annunciavano la chiusura. "Ringraziamo di cuore tutti – hanno scritto la signora Roberta e la figlia Cecilia Mazzi, che con lei gestisce il negozio – per averci scelto in questi anni". Dal 5 ottobre è partita la liquidazione: "Abbiamo tutti i nuovi capi d’abbigliamento dell’autunno-inverno, ordinati lo scorso anno. La nostra non è stata una decisione programmata, tanto che avevamo proceduto con gli ordini. Ad un certo punto, però, ci siamo rese conto di doverci fermare altrimenti non ce l’avremmo più fatta a sostenere le spese. Tra l’altro, proprio in questi giorni mia figlia sta lavorando da sola perché sia io che la commessa non stiamo bene e lei sta sostenendo la gestione del negozio, con l’arrivo continuo della nuova merce".

Una decisione sofferta?

"Sì, una decisione che arriva dopo 26 anni, quel negozio per me è come un figlio. In questi giorni che sono a casa mi tornano in mente la felicità dell’apertura e l’impegno che ci abbiamo sempre messo. Quello nel settore dell’abbigliamento è un lavoro che faccio da una vita, iniziato quando avevo 18 anni con il marchio Jean’s West. Nel tempo ho gestito altri due negozi ma ’M&Co.’ è stato speciale e chiuderlo è un dispiacere. Mi mancherà molto il bellissimo rapporto con i clienti".

Un negozio di qualità come il vostro perché arriva a chiudere?

"Sono aumentate le difficoltà economiche delle famiglie ma soprattutto c’è un generale cambio di mentalità: in tanti preferiscono gli acquisti on line dove i capi si possono restituire. È chiaro che quando le vendite si concentrano perlopiù nel periodo dei saldi vengono meno quei margini di ricavo indispensabili per affrontare le tante spese".

Non c’è il rischio che il centro storico si trasformi in un grande dehors con solo ristoranti, bar e pizzerie?

"Ce lo stiamo chiedendo anche noi perché le attività sono in continua diminuzione. Peccato, Fano era un gioiellino. Ce lo riconoscono anche i tanti clienti di fuori città con cui abbiamo creato dei legami nel corso di questi anni. Dopo la notizia della chiusura ci hanno scritto in molti, perfino dall’Inghilterra".

Eravate uno dei negozi più longevi rimasti a Fano: qualcuno si è fatto sentire dal Comune?

"Assolutamente no, non siamo così importanti".