
La contessa Marilù Cordero di Montezemolo "privata"
Fano (Pesaro e Urbino), 17 giugno 2015 - Si è spenta lunedì (15 giugno) pomeriggio all'età di 95 anni la contessa Marilù Cordero di Montezemolo (foto) in Borgogelli Ottaviani. Con lei se ne va quasi un secolo di storia e con esso un altro pezzo della nobiltà fanese, quella operosa e volenterosa sempre attenta ai bisogni delle donne. Gli anni ne avevano intaccato il fisico, divenuto sempre più esile e bisognoso di cure, ma non lo spirito che aveva conservato quel carattere determinato e vivace che ha reso la contessa Marilù tanto conosciuta e apprezzata in una città.
Marilù rappresentava l'altra faccia della nobiltà cittadina. Prima di sposarsi, infatti, la marchesa nata Maria Luisa Cordero di Montezemolo lavorava, al fianco del padre, nelle colonie in Africa. "Mi occupavo delle donne fasciste in tempo di guerra – amava ricordare -: della logistica e del sostegno. Facevo la crocerossina e finita la guerra sono passata a fare la moglie e la madre". Nel 48 è nato il primo figlio, a seguire gli altri due. E nel tempo libero "mi occupavo dei Convegni Maria Cristina di Savoia, un'associazione di cultura religiosa di alto livello. Ogni anno andavamo in udienza dal papa. Poi ho fatto parte anche di altre associazioni, quella internazionale della protezione della giovane, il Cif e il Soroptimist". Ma le soddisfazioni più grandi per lei erano state quelle di mamma. Nell'ultima intervista che rilasciò, al Carlino nel maggio del 2012, aveva ricordato un aneddoto di famiglia legato al suo ben più famoso cugino Luca ("sebbene il Montezemolo che più di ogni altro merita fama e gloria – sottolineava sempre - è mio cugino Beppo, il partigiano"). "Mi ricordo che quando i miei figli erano piccoli, a casa di una zia vicino Firenze, avevano fatto una grande pista per le macchinine elettriche. Ci giocavano insieme agli altri cugini e mio figlio Marco batteva sempre Luca. Questo però non gli ha impedito di diventare poi presidente della Ferrari. Le macchinine evidentemente ce le avevano nel sangue...".
Era una donna di spirito Marilù: forte, coraggiosa e anticonvenzionale. Tanto che decise di declassarsi per amore di un fanese. Nacque marchesa (a Mondovì il 2 giugno 1920) ma sposando nel 1947 Paolo Alberto Borgogelli Ottaviani, si è ritrova ad essere chiamata contessa. Quarta di 7 figli è sempre stata orgogliosa del nome che portava ma a chiederle cose significasse essere nobili oggi si restava di sasso. "Ed io che ne so? Non è che c'è un vestito speciale. Per me essere una Cordero di Montezemolo non significa niente. Perché lo sono stata da generazioni. Al massimo significa che in banca credono che tu sia ricca e invece non lo sei. Noi siamo del ramo povero. Siamo solo nobili d'animo".
Era una donna estremamente indipendente, nella vita finché le forze glielo hanno concesso ma soprattutto nell'animo. Quando aveva a che fare coi giornalisti locali doveva sempre fare i conti con la stessa domanda. "Io e Luca siamo cugini, suo padre era cugino di mio padre. Luca ha pressappoco l'età dei miei figli ma non ci siamo mai frequentati tanto, tranne quando ho compiuto 85 anni che tutti i Montezemolo superstiti si sono ritrovati, eravamo 124. E pure in quell'occasione, nella foto di famiglia, lui era al centro dell'attenzione ed io sono stata messa in un angolo. Machissenefrega io vivo tranquilla e me la godo qui a Fano, città che conosco da sempre perché per una buffa coincidenza anche mio padre è nato qui. Però mi ci sono trasferita solo nel 1976, quando mio marito è andato in congedo. E sono stata felice di farlo perché di Fano mi piace tutto: soprattutto i fanesi, gente accogliente".
I funerali venerdì (19 giugno) alle 17 nella chiesa di Santa Maria Nuova. Poi l'ultimo viaggio verso il cimitero centrale dove Marilù si ricongiungerà al marito nella tomba di famiglia.