di Marco D’Errico
Tanti palloncini bianchi e una folla commossa, nelle chiesa Santa Croce di Calcinelli, per l’ultimo saluto ad Ana Cristina Duarte Correia, la mamma 38enne di origini brasiliane, uccisa a pugnalate davanti ai tre figli, dal marito, Ezio Di Levrano, autista 54enne di origini pugliesi, nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorsi. Toccante, dinanzi alla bara di legno chiaro, il saluto del più grande dei figli, il 14enne che frequentava l’oratorio della parrocchia: "Mamma, scusami se non sono riuscito a salvarti. E ti prometto che voglio diventare più bravo, a scuola ho preso un nove e un sette…".
Il saluto, avvenuto in forma riservata prima dell’inizio del funerale, è stato raccontato dal parroco, don Matteo Pucci, il quale, tra le lacrime, ha ricordato la vivacità, la simpatia del ragazzino e la sua volontà di migliorare, che deve essere di esempio per tutti noi. Il vescovo, Andrea Andreozzi, nella sua omelia ha ricordato che il sacrificio di Ana Cristina deve essere trasformato in speranza di vita e volontà di conversione: "Ogni fatto violento, ogni tragedia sono trasformati da Dio in pace e salvezza. Oggi, che le nostre lacrime bagnano questa bara, dove è deposta questa nostra sorella, dobbiamo portare a compimento il suo desiderio di vita". Presenti la sorella di latte di Ana Cristina, accompagnata dalla propria figlia, mentre la madre Dalva, di 73 anni, non ha potuto affrontare il viaggio dal Brasile per motivi di salute. La donna ha preso la parola dal pulpito, ringraziando in portoghese, tradotta in italiano dalla figlia, i tanti componenti della comunità brasiliana presenti, venuti anche da altre città della regione.
Presente anche il padre dell’assassino, Mimmo Di Levrano, accompagnato dalla moglie, il quale ha salutato con un abbraccio una componente della comunità brasiliana. Tuttavia, la partecipazione dell’uomo, che ha occupato la prima fila, opposta a quella dove sedeva la sorella di Ana, non è stata gradita da tutti. Non sono mancate occhiatacce e qualche commento sussurrato con rabbia. L’avvocato Francesca Conte, che difende la famiglia della vittima assieme alla collega ed ex deputata Renata Bueno, ha ritenuto "inopportuna" la presenza dell’anziano: "Quando c’è stato l’invito a scambiarsi un segno di pace – ha commentato l’avvocato Conte – mi sono spostata perché ero proprio dietro Di Levrano. Ci sono motivi per pensare che lui abbia fatto la sua parte in questi anni, ci sono documenti in tal senso". Durante il funerale l’intera Colli al Metauro ha osservato il lutto cittadino, indetto dal sindaco, Pietro Briganti, presente al rito funebre con i componenti della giunta. Il feretro è stato accolto all’uscita dal saluto del comandante dei carabinieri e dai militari della locale stazione. Infine, il lancio di palloncini bianchi e un lungo applauso hanno salutato la salma, inumata nel cimitero di Montemaggiore.