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"Le tasse non aumentano?. Certo, sono già al massimo"

Mondolfo, l’ironia del consigliere d’opposizione Bonacorsi verso il sindaco "Perché non usano le risorse recuperate dall’evasione per abbassare l’Irpef?" .

di Sandro Franceschetti

"Il vicesindaco si è chiesto perché la minoranza non ha votato il suo bilancio. Ponendo, tra l’altro, l’accento sul fatto che non sono state aumentate l’addizionale Irpef e l’Imu, senza dire, però, che sono già al massimo di legge". Anteo Bonacorsi, capogruppo di opposizione, inizia così il suo elenco di criticità sul documento economico di previsione 2025, approvato, dalla sola maggioranza, nell’ultima seduta consiliare.

"Le uniche aliquote Imu non al massimo sono quelle sulle abitazioni di lusso che, invece, noi chiediamo di innalzare ormai da tre anni, ma, naturalmente, senza successo", incalza il leader della lista civica ‘Futura, tu al centro’, che prosegue: "Ci sono poi da considerare gli aumenti per i cittadini della Tari e dell’acqua. E’ vero che non dipendono direttamente dal Comune, ma l’amministrazione, per quanto riguarda i rifiuti, poteva introdurre la tariffa puntuale, annunciata in pompa magna già nel 2021, in modo da consentire un risparmio agli utenti più virtuosi nella differenziazione dei vari materiali, ma ciò non è ancora avvenuto e quindi si continuerà a pagare esclusivamente secondo i criteri dei metri quadrati e del numero di componenti del nucleo familiare".

Bonacorsi passa, poi, al recupero dell’evasione fiscale: "E’ vero che sono state accertate più di 5milioni di tasse evase, ma di questa cifra molto alta, fino a oggi si è riusciti a recuperare meno del 30%. E sempre a tal proposito abbiamo più volte richiesto di investire parte di tali incassi per ridurre l’Irpef, ma la giunta ha sempre risposto di no. E una risposta negativa è arrivata anche al nostro suggerimento di spostare più fondi per la manutenzione del territorio, che è in uno stato di degrado mai raggiunto prima".

Il capogruppo di minoranza conclude: "Non siamo d’accordo sull’aumento lineare di 20 centesimi per il pasto della mensa scolastica, perché rivela la mancanza di equità sociale. Se era necessario un ritocco bisognava introdurlo tenendo conto delle fasce Isee".