"Io, protetto da centodiecimila santini"

di Anna Marchetti In quarant’anni ha raccolto 110mila santini, forse anche di più, che vanno dalla metà dell’800 ai giorni nostri. Ci sono stampe in cromolitografia, ma anche santini con il pizzo (della metà dell’800) o creati a mano dalle suore di clausura che, sempre nell’800, li regalavano ai loro benefattori. L’appassionato collezionista è Giancarlo De Leo che nel corso degli anni ha messo insieme una raccolta immensa di santini (sante, santi, venerabili, beati, servi di Dio) e immaginette (diffuse per le ordinazioni sacerdotali), tra queste nella sua collezione compare quella del cardinale Pietro Palazzi avvenuta a Roma il 7 dicembre 1934. Ad arricchire la collezione anche i luttini (in ricordo delle persone decedute), le reliquie (santini con frammenti di vesti del singolo santo), i calendarietti religiosi (di particolare pregio uno del 1892 e quello dell’Anno Santo 1900) a cui si aggiungono le letterine di Natale (già scritte o ancora da scrivere) e i ricordini della prima comunione. Infine la collezione, nella collezione: i santini in celluloide dipinti a mano, con applicata l’immagine del santo. Un posto a parte meritano le foto d’epoca di Fano, in gran parte postate sul profilo facebook "La vecchia Fano". De Leo com’è nata la sua passione per i santini? "Sono un amante della storia dell’arte, mi piace andare per musei, poi ho iniziato ad occuparmi dell’iconografia dei santi e delle loro caratteristiche identificative. Questo è stato il passaggio che mi ha portato a ricercare e collezionare santini. Le collezione non si fanno mai per investimento, ma per divertimento. Sono una passione, un arricchimento culturale e, nel caso dei santini, anche spirituale: io li ho tutti catalogati e li posso sfogliare e guardare quando voglio". E dove li trova? "Se prima i santini si trovavano nelle chiese, oggi vanno scovati nei mercatini dell’antiquariato o acquistati in libreria". Nella sua raccolta ha tutti i santi riconosciuti dalla Chiesa? "E’ impossibile averli tutti (santi, beati, servi di Dio) soprattutto oggi che non sono più canonizzati in piazza San Pietro come avveniva con Papa Giovanni Paolo II. Poi ci sono i santini italiani e quelli stranieri, in particolare quelli francesi paese nel quale i santini sono nati". Quando acquista dei santini, come fa a ricordare quelli mancanti ed evitare i doppioni? "Prima di tutto confido sulla mia memoria, in secondo luogo ho un mancolista (l’elenco dei pezzi che mancano al completamento di una collezione, ndr) e poi mi vengono in aiuto le pubblicazioni delle case editrici di santini, la più importante in Italia è la Santa Lega Eucaristica di Milano". C’è qualche santo della sua raccolta a cui è particolarmente legato? "Quando entrano a far parte della collezione per me sono tutti uguali". Nella sua raccolta ci sono tutte le tipologie di santini? "Certamente. In particolare mi piace porre l’attenzione sui manufatti disegnati e dipinti a mano dalle suore di clausura che poi li regalavano ai loro benefattori: erano realizzati su carta, celluloide e anche sulla pasta d’ostia. Ci sono anche i santini in cromolitografia destinati sempre alle persone agiate, mentre per il popolino si stampavano santini più dozzinali". C’è un momento in cui una collezione si può dire completata? "Impossibile, non termina mai". Abbiamo appena celebrato la festa di Tutti i Santi, qual è quello a cui è più legato? "Sono due: il Beato Piergiorgio Frassati, devoto alla Madonna e al Rosario e che ha speso la sua vita per i poveri; e Padre Leopoldo Mandic, frate cappuccino di Padova, che dedicò la sua vita all’accoglienza dei fedeli".

"Io, protetto da centodiecimila santini"

Da 40 anni De Leo colleziona immaginette sacre che vanno dall’800 ad oggi. "Un tempo le davano in chiesa. Ora le scovo nei mercatini"