Invalido dopo l’incidente. Ma la vittima perde la causa

Un 50enne di Marotta si scontrò contro un mezzo che trasportava yacht. Da allora è tetraplegico. L’altro conducente assolto dall’accusa di lesioni gravissime.

Invalido dopo l’incidente. Ma la vittima perde la causa

Il carro-attrezzi che si schiantò contro il maxi-yacht

di Antonella Marchionni

Assolto dall’accusa di lesioni colpose gravissime. Era il caposcorta di un trasporto eccezionale durante il quale, nell’aprile 2021, si verificò un terribile incidente dove rimase coinvolto un 50enne di Marotta rimasto tetraplegico. Lo scontro avvenne tra il carro attrezzi in cui viaggiava quest’ultimo e il mezzo che trasportava lo yacht. L’accusa aveva chiesto sei mesi di reclusione e la parte civile la condanna al risarcimento ad 1 milione e mezzo di euro. Ieri però il giudice del tribunale di Pesaro, con rito abbreviato, ha assolto il caposcorta dall’accusa ritenendo insufficienti le prove fornite.

L’incidente era avvenuto intorno alle 22.30 di una notte d’aprile di tre anni fa, quando i conducenti alla guida del veicolo che trasportava il maxi scafo presero contromano la rotatoria sulla statale 4242, nelle vicinanze del casello di Marotta, per riuscire a passare con quel carico così voluminoso. Proprio in quel momento, però, stava arrivando il 50enne alla guida del carro attrezzi che si immetteva nella direzione giusta. Ieri si è quindi concluso il rito abbreviato richiesto per il caposcorta, che seguiva con un suo mezzo il corteo. Si tratta di un 36enne residente a Castrocaro Terme, difeso dall’avvocato di fiducia Matteo Mattioli del foro di Pesaro.

Due degli imputati tra cui l’autista del veicolo e l’altro della scorta hanno scelto invece il rito ordinario. Il 50enne, rimasto invalido al cento per cento, si è costituito parte civile insieme ai figli minori. "Durante l’istruttoria dibattimentale – racconta l’avvocato Mattioli, quando sono stati ascoltati i periti della procura e il nostro perito a confronto, sono emerse alcune contraddizioni. Noi abbiamo dimostrato che se il conducente del veicolo che si è scontrato avesse mantenuto una velocità di guida particolarmente moderata e avesse rispettato i limiti di velocità, il sinistro non si sarebbe verificato e l’impatto con la barca avrebbe avuto delle conseguenze sicuramente meno devastanti".

"Poi c’è il fatto – prosegue l’avvocato – che non indossava la cintura di sicurezza che avrebbe impedito conseguenze altrettanto devastanti. Infine abbiamo dimostrato che il caposcorta non aveva alcuna responsabilità perché è vero che ha imboccato la rotatoria a contromano, ma era l’unica possibilità per poter percorrere quel tratto di strada con un’imbarcazione lunga 30 metri. Abbiamo dimostrato che sono state adottate tutte le cautele per evitare l’incidente e quindi il caposcorta, nel mio caso – conclude Mattioli –, non aveva alcuna responsabilità".