Da qualche tempo il sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per le valutazioni e autorizzazioni ambientali dei progetti che riguardano gli impianti eolici riporta, senza i documenti relativi, anche quello che si dovrebbe realizzare nella tenuta di ‘Montebello’ di Modigliana, di proprietà del Comune, con otto pale eoliche per una potenza di 52,8 mw e con piattaforme e cavi che trasportano l’energia a valle percorrendo decine di km interrate in trincee di cemento. I Comuni citati nel sito sono anche quelli di Rocca San Casciano e Tredozio perché Montebello insiste sui loro territori, ma vi figurano anche quelli di Russi e Faenza.
Il sindaco Jader Dardi si è dichiarato contrario e intenzionato a convocare il consiglio comunale il prossimo 18 luglio, con un ordine del giorno che bocci il progetto e la cui decisione va comunicata al ministero entro il 31 luglio. Mentre il gruppo di minoranza di Adriano Cheli ed Elio Samorì ha contattato Claudia Pieri, responsabile ministeriale delle autorizzazioni, chiedendole tutta la documentazione ed ha presentato una mozione per un voto anch’esso contrario, però confortato da pareri di esperti a supporto della volontà dell’ente.
Da ieri anche l’altro gruppo consiliare di minoranza di Alba Maria Continelli e Silvia Mazzoni ha dato lo stop: "La notizia è allarmante e faremo di tutto per evitare un simile pericoloso scempio, perché la ditta interessata alla realizzazione del progetto può espropriare anche senza l’autorizzazione del proprietario del terreno che è il Comune di Modigliana". La possibilità di un esproprio veloce anche senza autorizzazione discende dal D.L. n.77/2021 (Decreto Draghi); la ditta interessata è la SKI W AB S.r.l. di Milano.
"Le pale – spiegano le consigliere – provocherebbero un impatto visivo devastante perché possono essere alte anche oltre i 120 metri e fino a 200, in una località suggestiva dal punto di vista paesaggistico, da anni destinata a turismo, formazione e ricerca, e in un’area fragile dal punto di vista geologico, come dimostrato dai recenti disastrosi alluvioni, con fondazioni importanti e un costo rilevante. Oltretutto l’energia che potrebbe ottenersi non giustifica il costo e il rischio, mentre – concludono Continelli e Mazzoni – l’esecuzione fatta in tempi brevi, per rispettare le scadenze fissate dal Pnrr, creerebbe forti disagi alla viabilità in un contesto già fortemente leso dalle alluvioni e non ancora in sicurezza".