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Giudice di pace, uffici a rischio chiusura

Summit tra avvocati e sindaco. "Servono 200mila euro per pagare il personale impiegato per appena una cinquantina di udienze l’anno"

Giudice di pace, uffici a rischio chiusura

Il sindaco Luca Serfilippi e la vice Loretta Manocchi con il presidente degli avvocati Arturo Pardi

Chiuso il tribunale, ora traballano anche gli uffici del giudice di pace in via De Cuppis. Un ufficio che comporta 4 persone fisse e che costa, alla fine dell’anno tra annessi e connessi, circa 200mila euro. Ma chi paga? Non lo Stato e cioè il ministero di Grazie a Giustizia, ma l’amministrazione comunale. Che inizia a fare i conti della spesa perché evidentemente le casse non sono così floride. E così, per vedere come fare ad andare avanti, cioè non chiudere l’ufficio fanese, è stata indetta una riunione alla quale ha partecipato il sindaco Luca Serfilippi, con il suo vice Loretta Manocchi, il presidente del consiglio comunale Francesco Cavalieri (questi ultimi due avvocati) e quindi il presidente dell’ordine forense della provincia, Arturo Pardi. I problemi sono legati anche al personale perché il capo ufficio andrà a lavorare per il comune di Cartoceto "ma la verità è che non c’è nessuno che vuole andare a ricoprire quel posto – dice Serfilippi – per cui ci stiamo guardando intorno ed ora faremo anche un sondaggio interno al Comune".

In una sala, quella di via De Cuppis, che non ha visto una folta partecipazione di avvocati cittadini, è arrivato dal presidente Arturo Pardi il suggerimento di chiedere un contributo finanziario ai comuni che ruotano intorno a Fano, Pergola compresa. Serfilippi ci spera, ma è molto scettico "anche perché per Fano Ateneo riceviamo un contributo di 2800 euro da San Costanzo, Colli al Metauro e Cartoceto. Tutti gli altri se ne sono andati nel tempo".

Una situazione non facile quella che si trova davanti l’amministrazione comunale perché da una parte deve fare i conti con un danno di immagine, dall’altra però "c’è anche un problema legato al bilancio e se devo dirla tutta fino in fondo – continua Serfilippi – il personale che teniamo impegnato lì a tempo pieno per 50 udienze all’anno, meglio averlo negli uffici comunali. Comunque vediamo perché non è nostra intenzione chiudere gli uffici, ma la situazione non è rosea, anche e soprattutto sotto il profilo del personale".

Gli ovvocati vorrebbero mantere questo presidio aperto anche perché le pratiche smaltite dagli uffici cittadini sono poco meno di quelle di Pesaro. Ma Luca Serfilippi non è molto propenso a subire pressioni "anche perché molte delle pratiche che vengono evase potrebbero anche essere smaltite online. E devo anche aggiungere che molti potrebbero anche convergere su Pesaro visto che stiamo parlando di dieci minuti di macchina". Dopo la riunione dell’altra sera comunque s’è capito che la situazione degli uffici è traballante. Molto traballante.

m.g.