Fossombrone (Pesaro), 13 novembre 2024 – “Grazie babbo, ti sono grata per la dolcezza, per la saggezza, per tutte le cose che mi hai insegnato, e per l’altruismo, che mi ha resa orgogliosa di te”. Lo ha detto tra le lacrime, durante la cerimonia funebre, la figlia del dottor Manlio Pierboni, deceduto venerdì scorso all’età di 85 anni. La chiesa di Sant’Agostino, ieri pomeriggio stracolma, ha accolto la bara portata in spalla dai calciatori dell’Alma Juventus Fano, di cui Pierboni è stato medico sportivo per molti anni. Il giorno della morte, ha ricordato la figlia, il medico avrebbe dovuto collegarsi in videoconferenza dall’ospedale di Pergola, dove era ricoverato per le complicazioni di una malattia polmonare, con la pinacoteca di Fossombrone, a cui avrebbe donato la sua grande collezione di opere d’arte. Un lascito che la figlia si è impegnata di portare a termine.
Pierboni ha lasciato un’impronta indelebile. In tanti lo ricordano per il suo carattere schietto e sincero, sempre disponibile ad aiutare gli altri. Davide Possanzini, figlio di Gabriele, noto medico di Fossombrone scomparso qualche anno fa, ha preso la parola dal pulpito, ricordando Pierboni quale grande amico del padre: “Manlio non sopportava le ingiustizie e, con grande fervore, ha sempre combattuto per la cause giuste – ha detto commosso –. Indimenticabile era la sua effervescente esuberanza, ma aveva anche una spiccata intelligenza emotiva, per capire come e quando andare fuori dalle righe. Non aveva peli sulla lingua, ma proprio per questa sua smodata passionalità si faceva apprezzare da tutti, sia in ambito professionale che sociale”. Manlio Perboni si era laureto in Medicina a Bologna, specializzandosi in ortopedia e fisioterapia a Roma e a Chieti. Tornato a Fano, dopo una breve parentesi al Santa Croce, si è trasferito all’ospedale di Senigallia, dove è divenuto in seguito primario.
Nel frattempo ha sempre svolto l’attività di medicina dello sport in città, seguendo l’Alma Juventus, la pallavolo, nonché la ginnastica artistica ai massimi livelli. Nell’omelia, don Giancarlo De Santi e don Francesco Londei, hanno sottolineato quanto Pierboni si fosse dedicato all’aiuto e alla cura, vivendo la sua professione come una missione generosa. Nonostante abbia vissuto e partecipato attivamente alla vita sociale e sportiva di Fano, ha sottolineato Davide Possanzini, i suoi affetti e legami più stretti sono rimasti a Fossombrone, dove ha vissuto gran parte della sua gioventù e dove ha voluto donare la sua straordinaria collezione di quadri di cui andava orgoglioso, per arricchire il patrimonio artistico della sua città. Città che lo ha accolto con una calorosa partecipazione, per l’ultimo saluto, stringendosi attorno alla famiglia.
Il feretro, coperto da una maglietta granata dell’Alma, è stato trasportato per l’inumazione al cimitero forsempronese della Santissima Annunziata.