ANNA MARCHETTI
Cronaca

Digestore, Feronia resiste. Ma è guerra a carte bollate

Dal Comune di Terre Roveresche una nuova ordinanza di sospensione e un altro ricorso al Tar contro la Provincia. De Angelis: "Andiamo avanti".

L’area del biodigestore a Barchi, in localitàò Ca’ Rafaneto È ancora tutto fermo

L’area del biodigestore a Barchi, in localitàò Ca’ Rafaneto È ancora tutto fermo

E’ guerra a colpi di carte bollate tra il Comune di Terre Roveresche e la società Feronia, sempre più determinata a portare avanti il progetto del biodigestore a Barchi, in località Ca’ Rafaneto. Anche di fronte all’ulteriore ordinanza comunale di sospensione "di alcuni lavori eseguiti da Feronia il 20 e il 24 marzo, in quanto – dicono dal Comune di Terre Roveresche – non rientranti nel progetto autorizzato". Da Feronia, che da anni sostiene il confronto con il Comune e il comitato cittadini, fanno sapere che faranno valere le loro considerazioni attraverso la giustizia.

L’Amministrazione comunale, oltre all’ordinanza, ha anche annunciato un altro ricorso al Tar, contro la Provincia "che ha respinto il sollecito del Comune a dichiarare la decadenza dell’autorizzazione per il digestore" ed ha invece concesso alla ditta "211 giorni in più per la fine dei lavori, stabilita, ora al 25 gennaio 2028". "Anche di questo si occuperanno i nostri avvocati – commenta l’amministratore delegato di Feronia, Francesco De Angelis –: finora il Tar ci ha sempre dato ragione anche perché noi abbiamo fatto solo quello che era previsto". In effetti il Tar ha accolto il ricorso della ditta, stabilendo che non può essere il Comune a determinare il decadimento dell’atto autorizzativo. E ancora De Angelis: "Rimane la nostra volontà di andare avanti con la realizzazione dell’impianto, con calma e senza alcuna fretta: siamo molto sereni".

L’Ad di Feronia non teme neppure la concorrenza di nuovi biodigestori. "Nelle Marche – afferma – c’è una carenza di impianti e la maggior parte dei territori porta i rifiuti nel nord Italia. Quanto alle tariffe, se è vero che nel frattempo si sono abbassate nel timore dell’insediamento di nuovi biodigestori, non rimarranno a lungo così". Secondo De Angelis, quando nel 2026 si capirà che degli 8 impianti autorizzati nelle Marche se ne costruirà uno solo (quello di Fermo), le tariffe nel nord Italia torneranno ad alzarsi. Nessuna preoccupazione neppure di fronte all’ipotesi di un termovalorizzatore regionale. "Il biodigestore tratta i rifiuti organici (il cosiddetto umido ndr), l’inceneritore accoglierà i rifiuti irrecuperabili: sono cose completamente diverse".

Intanto dal Comune di Terre Roveresche ricordano che "sono ancora pendenti i ricorsi al Consiglio di Stato del Comune e del Comitato a difesa del Territorio contro la sentenza del Tar del 15 aprile 2023 che ha respinto l’istanza di annullamento dell’autorizzazione rilasciata a Feronia dalla Provincia il 7 luglio 2022. E ad essi vanno aggiunti la richiesta di intervento sull’impianto, inviata dal Comitato alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che si è occupata di Riceci e l’esposto alla Procura sulla proroga di inizio lavori al 30 giugno 2024 anch’esso a firma del Comitato".

an. mar.