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Dengue a Fano: “Focolaio? No, è un incendio”. Pregliasco boccia la linea

Il virologo, come Bassetti, parla di conseguenze dovute a una sottovalutazione iniziale. “Il G7 Salute prenda atto del problema”. Ciccozzi: “Il Covid non ci ha insegnato proprio nulla”

Dengue a Fano: “Focolaio? No, è un incendio”. Pregliasco boccia la linea

Fano, 10 ottobre 2024 – “Non è un focolaio Dengue, è un incendio”. Così Fabrizio Pregliasco, virologo di chiara fama, definisce il ‘caso Fano’, dove gli infetti sono diventati 122 e la febbre cosiddetta “spacca-ossa” ha sconfinato a Pesaro (due finora i casi accertati) e persino a Sesto Fiorentino (tre infetti), in Toscana.

E il giudizio che epidemiologi, virologi, infettivologi di caratura nazionale danno a proposito della gestione dell’emergenza a livello locale, è tutt’altro che positivo.

Il virologo Pregliasco interviene sul caso Fano dove la Dengue ha già superato i 120 casi
Il virologo Pregliasco interviene sul caso Fano dove la Dengue ha già superato i 120 casi

“Nelle Marche – osserva Pregliasco – stiamo assistendo alle conseguenze di un focolaio di Dengue che non è stato limitato numericamente nelle fasi iniziali, con oltre 100 casi autoctoni che, viste la caratteristiche della malattia responsabile in oltre il 50% dei casi di forme non evidenti, rappresentano solo la punta di un iceberg. Ovviamente, con gli spostamenti, l’effetto è quello di un incendio che produce fuocherelli sul territorio in modo del tutto causale”. Il riferimento è ai tre casi diagnosticati a Sesto Fiorentino, dove le indagini dell’Asl hanno evidenziato come due delle tre persone risultate infette avessero soggiornato a Fano a fine agosto, verosimilmente infettandosi e poi trasmettendo il virus a un congiunto tramite la puntura di una zanzara.

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Pregliasco invita il G7 Salute, al via proprio ad Ancona, “a prendere atto di patologie che un tempo erano tropicali e oggi non lo sono più”. Concetto ribadito dall’infettivologo Matteo Bassetti, che invita a riportare “la lotta alla zanzara tigre e al virus nell’agenda del Paese”. “Dopo i casi toscani, la Dengue ormai non è solo un problema di Fano. C’è stata una sottovalutazione a livello locale del problema e questo è il risultato. Dobbiamo fare di più. Se la disinfestazione non viene fatta bene non ne usciamo. Forse serve un programma di screening a tappeto nelle aree interessate dai focolai autoctoni di Dengue, anche per informare la gente e offrire un programma di profilassi”.

Parla di “sottovalutazione del problema” e di “poca informazione” anche l’epidemiologo Massimo Ciccozzi. “Il Covid non ci ha insegnato nulla in termini di prevenzione – ammonisce –, ora ci mettiamo a rincorrere la Dengue in mezza Italia, da Fano in Toscana. E’ chiaro che le disinfestazioni sono partite in ritardo, quest’anno le piogge di settembre hanno fatto slittare le masse di zanzare tigre che a luglio e agosto con poche piogge hanno trovato più difficoltà. Capisco le difficoltà dei Comuni ma c’è troppa sottovalutazione e poca informazione”.

b.i.