Fano, 9 ottobre 2024 – “C'è stata una sottovalutazione a livello locale della febbre Dengue e questo è il risultato", dice senza mezzi termini l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, a proposito del focolaio di Fano e sui nuova casi in Toscana.
“Speriamo la situazione non peggiori – continua –, ci verrà in aiuto il calo delle temperature. Dobbiamo fare di più, abbiamo moltissimi asintomatici o poco sintomatici che però possono replicare il virus”.
La malattia si trasmette nella popolazione con la puntura di zanzara tigre. “Se la disinfestazione non viene fatta bene non ne usciamo”, spiega Bassetti che poi avverte: “Forse serve un programma di screening a tappeto nelle aree interessate dai focolai autoctoni”. Il controllo servirebbe a conoscere quanti siano venuti o meno in contatto col virus, informarli e offrire un programma di profilassi. “La lotta alla Dengue deve tornare centrale nell’agenda del Paese".
Dello stesso parere è l'epidemiologo Massimo Ciccozzi, professore all’Università Campus Bio Medico di Roma: "Il Covid non ci ha insegnato nulla in termini di prevenzione, ora ci mettiamo a rincorrere la Dengue in mezza Italia, da Fano in Toscana”. Il medico spiega come le abbondanti piogge di settembre abbiano facilitato le masse di zanzare tigre che avevano trovato più difficoltà nei mesi estivi per le scarse precipitazioni. “Capisco le difficoltà dei singoli comuni ma c'è troppa sottovalutazione e poca informazione sulla Dengue”, critica Ciccozzi.
Secondo il Campus Bio Medico di Roma, più del 50% dei casi è asintomatico. Per la restante metà di persone infette il periodo di incubazione arriva fino a 14 giorni, quindi è molto difficile intercettare i contagi perché si allungano i tempi. E fra i moniti dell’Epidemiologo Ciccozzi: “Disinfestare, avvertire la popolazione sull'uso di repellenti ed evitare il ristagno dell'acqua”.