di Anna Marchetti
Che fine ha il progetto di rilancio delle Terme di Carignano? "Le concessioni delle acque termali – fa sapere l’assessore regionale Stefano Aguzzi – sono ancora in capo alla vecchia proprietà (fallimento Berloni). Così come negli ultimi due anni nessuno ha prodotto le analisi delle acque (che andrebbero eseguite ogni sei mesi), né sulle concessioni (una perenne, l’altra in scadenza) sono state pagate le tasse regionali".
Dell’impianto termale si torna a parlare dopo che nei giorni scorsi il comitato "Riapriteci le Terme di Carignano" ha denunciato il "silenzio" degli ultimi due anni, seguito all’annuncio, nel 2020, dell’acquisto dell’area da parte del gruppo Romani. Vorrebbe maggiore "chiarezza" il sindaco Massimo Seri: "Siamo passati dall’enfasi iniziale della nuova proprietà, con la presentazione di un piano di massima, al silenzio odierno: non nascondo che anche io nutro qualche preoccupazione e cercherò di capire la reale intenzione dei privati di andare avanti con il progetto". Il vice sindaco Cristian Fanesi conferma:"Al di là dei primi contatti, ad oggi non abbiamo ricevuto una progettualità articolata che definisca la strategia di valorizzazione. Ci auguriamo di poter ragionare su un piano di azioni che siano all’altezza delle aspettative della nostra comunità". Preoccupati si dicono anche Davide Delvecchio e Stefano Pollegioni dell’Udc: "Ricordiamo l’entusiasmo con cui si apprese la notizia dell’acquisto e del progetto annunciato dall’amministratore delegato della società, avvocato Natali. Ci fece davvero sperare che quel luogo abbandonato da anni finalmente potesse tornare a vivere anche con la riapertura delle terme".
Proseguono Delvecchio e Pollegioni: "Siamo nel 2022, ma tutto è fermo, avvolto nel mistero e quei luoghi sono tornati, dopo uno spiraglio di luce, nuovamente nel buio più totale. In questi giorni ho cercato di capire cosa stesse succedendo, pare che i freni siano diversi. Dalle concessioni sovrapposte dell’acqua Perpetua ai 24 ettari di terreno, dove sembrerebbe esistere una concessione fino al 2034. A questo pare si aggiunga il contenzioso legato al pagamento della tassa regionale sulle concessioni delle acque termali per il 2017, 2018, 2020, 2021. Inoltre esiterebbero problemi legati alla revoca della concessione delle acque termali alla vecchia gestione per darla alla nuova, andando incontro ad una serie di vincoli legati a nuove leggi a cui attenersi".
L’assessore regionale Aguzzi ribadisce che "ad oggi non non c’è stato un cambio di titolarità delle concessioni delle acque termali e che nessuno ha chiesto di rilevarle. In Regione, se non avessimo letto i giornali, non sapremmo del nuovo acquirente: per noi il titolare sarebbe sempre il precedente proprietario, nel caso specifico il curatore fallimentare della società Berloni".
Aggiunge Aguzzi: "Ho parlato più volte con la nuova proprietà invitandola a portare avanti le procedure legate alle concessioni. La Regione è molto paziente perché ci tiene all’investimento sulle Terme. In particolare sulla concessione temporanea aspettiamo che siano prodotte le analisi delle acque, il rischio è la decadenza della concessione stessa e il conseguente bando di gara per una nuova assegnazione".