È Antonio Balletta il medico cardiologo che sostituirà il responsabile della Cardiologia dell’ospedale di Fano, Guido Rocchi, in ferie dal 2 settembre al 31 dicembre di quest’anno. Balletta sarebbe stato indicato dallo stesso Rocchi, "come sempre avviene – fanno sapere dall’Ast provinciale – in questi casi". Il lungo periodo di ferie preso da Rocchi sembra avvalorare la voce di una sua prossima partenza ma l’ufficialità si avrà solo se e quando il medico formalizzerà le dimissioni. "Solo allora – fanno sapere dall’ufficio stampa dell’Ast 1 – sarà nominato il responsabile facente funzioni della Cardiologia tramite manifestazione d’interesse". C’è comunque chi sostiene che all’interno dell’Ast ci si stia preparando ad affrontare il dopo Rocchi per evitare che il Dipartimento rimanga scoperto.
Cambiamenti, quelli della Cardiologia, che contribuiscono ad animare il dibattito sui medici che lasciano o sono in procinto di lasciare i propri incarichi all’interno dell’Ast provinciale. Non è un caso che il consigliere regionale Renato Claudio Minardi, insieme a tutto il gruppo consiliare del Pd, abbia presentato un’interrogazione sulla "fuga dei medici dall’Ast 1". "Alle mancate assunzioni e alla già avvenuta fuga degli anestesisti del reparto chirurgia di Pesaro – sottolinea Minardi – potrebbe aggiungersi ora il paventato addio di altri primari come il dottor Alberto Patriti, direttore del dipartimento di Chirurgia dell’Ast 1, del dottor Guido Rocchi, responsabile della Struttura semplice dipartimentale di Cardiologia di Fano, e della dottoressa Sara Mazo, direttrice unità complessa Pronto soccorso Urbino (di cui si è parlato l’altro ieri sulle pagine del nostro giornale, ndr)".
"L’impressione – continua Minardi – è che la situazione sia completamente fuori controllo. La fuga dei medici dalle strutture ospedaliere dell’Ast 1 è ormai un’emergenza che mette a rischio l’erogazione delle prestazioni sanitarie e nega di fatto il diritto costituzionale alla salute di cui è portatore ogni cittadino. Una situazione drammatica, frutto della fallimentare politica sanitaria della Giunta Acquaroli che, dopo aver cancellato l’azienda ospedaliera Marche Nord, l’Asur Marche e istituito cinque nuove aziende, ancora oggi non riesce a decollare per la mancata approvazione degli atti aziendali le cui linee guida sono state deliberate dalla giunta regionale addirittura 20 mesi".