Francesco Checco Baldarelli, ex sindaco di Fano, ma con residenza a Cartoceto, è entrato in punta di piedi come presidente del Consorzio Olio dop di Cartoceto. "Inizialmente mi hanno coinvolto e ho preso un po’ la cosa per scherzo, e ho detto sì anche perché sono pensionato. Invece... bisogna lavorare e ho dovuto prendere anche una segretaria, fra l’altro brava, che era nella Pro loco", racconta Baldarelli. "Abbiamo anche una sede in piazza del Popolo".
Dopo anni di gran spolvero, l’immagine si è un po’ appannata. Come mai?
"Le ragioni sono due. Da una parte abbiamo avuto un problema con un produttore che ha usato come Dop olio proveniente da altre zone e ha avuto problemi con la giustizia".
L’altra?
"E’ che si sono persi, per mancanza di aggiornamenti dello statuto, i fondi ministeriali che sono circa 150mila euro l’anno. Cifra che speriamo di riprenderci a partire dal prossimo anno per cui cercheremo con questo finanziamento di rilanciare l’immagine del prodotto"
Quanti produttori in totale?
"Una trentina ed anche compatti. Siamo intorno a una produzione di 300 quintali ma si potrebbero raggiungere anche i 600"
Come avete risolto per ora i problemi d’immagine?
"A tutti i produttori abbiamo dato una targa che certifica che la produzione non solo è Doc ma per alcuni è anche biologica".
Un lavoro che parte da dove?
"Riprendendo un po’ tutti i contatti istituzionali. Ho avuto buoni riscontri non solo dal sindaco Rossi di Cartoceto, ma anche da quello di Fano Serfilippi, col presidente della Fondazione Gragnola e quindi con l’assessorato regionale e con il ministero dell’Agricoltura. Devo dire che ho trovato sponda dal presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni".
Insomma un lavoro di ricomposizione...
"Direi proprio di si. Molti di questi – ride Balderelli – pensavano che andassi a battere cassa. Invece ho chiesto solo appoggio e condivisione del progetto".
Tra i progetti?
"La partecipazione della fiera in programma il 9 e 10 novembre a Cartoceto per l’olio dop che è organizzata dal Comune e dalla Pro loco. E sotto questo aspetto non mi è dispiaciuta affatto l’idea di Carloni di accoppiare l’olio di nostra produzione con il tartufo creando un’immagine forte per due produzioni di eccellenza della provincia".
Maggior problema sul tappeto?
"E’ quello della manodopera, e non è una cosa da poco. La meccanizzazione forzata potrebbe rovinare il paesaggio agrario. Ma il problema resta. Ci sono società extra Unione europea che offrono lavoratori, ma nessuno di noi vuol rischiare anche perché non tutti sono certificati e quindi si rischiano multe importanti. Come è capitato già a qualcuno nella provincia".
m.g.